PENSIERO E VITA CIVILE NELLA NAPOLI VICHIANA DI FINE SETTECENTO
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l’approfondimento della «criminale procedura», usurpata dai baroni e
resa da questi incompatibile con la «sicurezza privata» e la «civile li-
bertà». Di ciò si trattava nel libro III della filangeriana
Scienza della
Legislazione
(1783) in cui «la feudalità sarà urtata di fronte»
49
alla luce
di quell’esigenza teorica incline a raccogliere la lezione di Vico nel ri-
conoscere lo sviluppo stadiale della società, a teorizzare il passaggio
dallo stato di natura a quello civile in termini (vichiani) di evoluzione,
inconciliabili con l’alternativa contrattualistica, eppure problematica-
mente condivisa per quel bisogno di «forza pubblica […] unita ad una
ragione pubblica» in quanto principio normativo di vita civile e, per-
ciò, identificata con «l’origine ed il motivo delle società civili […] delle
leggi; […] per conseguenza l’oggetto unico ed universale della legisla-
zione»
50
. Nell’agosto del 1783 le «Notizie Letterarie Patrie» della
«Scelta Miscellanea» segnalavano, senza alcun commento, la pubblica-
zione della
Scienza
, invitando, tuttavia, il lettore al confronto con altri
scritti non neutrali
51
. È il caso degli opuscoli di Giuseppe Grippa, pro-
fessore di matematica a Salerno e socio della Reale Accademia di
Scienze e Belle arti. La sua polemica
Lettera al Signor Cavaliere D.
Gaetano Filangieri sull’esame di alcuni suoi progetti politici
(1782) veni-
va segnalata nella «Scelta» del 1783 sotto le modeste vesti di un an-
nuncio bibliografico, per attirare l’attenzione dei lettori sugli elogiati
valori dell’aristocrazia militare
52
. Altro era il contenuto della segnala-
zione, nella «Scelta» del 1784, di un altro opuscolo del Grippa,
La
Scienza della Legislazione Sindacata
(1784) che riproponeva con ag-
giunte la
Lettera
del 1782, intervenendo direttamente sulla questione
49
Così in una lettera a Domenico Pepe al quale confidava: «Le persecuzioni di
alcuni mostri, che si chiamano baroni, in vece di scoraggiarmi, mi hanno inasprito. Io
mostrerò che i loro pretesi dritti sono incompatibili colla sicurezza privata e colla civile
libertà» (Gaetano Filangieri a Domenico Pepe, Napoli, 3 febbraio 1781, in Museo
civico «Gaetano Filangieri» di Napoli, Archivio privato, ms. 28/62, poi in F. V
ENTURI
,
Illuministi italiani
, t. V, cit., p. 769, poi in E.
L
O
S
ARDO
,
Il mondo nuovo e le virtù
civili. L’Epistolario di Gaetano Filangieri. 1772-1788
, Napoli, 1999, p. 201).
50
G. F
ILANGIERI
,
La Scienza della Legislazione
(1780), lib. I, capo I, ed. critica, vol.
I, a cura di A. Trampus, Venezia, 2003, p. 51, 52. «Il fatto è – ha osservato acutamente
S. Cotta – che in Filangieri le due tradizioni – quella vichiana e quella contrattualistica
– si sovrappongono meccanicamente, senza che ne venga non dico risolta ma
nemmeno avvertita la profonda contraddittorietà» (S. C
OTTA
,
Gaetano Filangieri e il
problema della legge
, Torino, 1954, p. 97).
51
Cfr. SM, n. X (ottobre 1783), «Notizie Letterarie Patrie», p. 639.
52
Ivi, n. III (marzo 1783), «Notizie Letterarie Patrie», p. CXCVIII.
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