Vico, con queste parole, contesta nello specifico quella intuizione
autofondativa della mente che dall’evidenza della
cogitatio
era giunta,
in un’unica visione, alla definizione del pensiero come sostanza pensan-
te e alla determinazione dell’estensione come sostanza estesa
41
: «il dog-
matico», così riassume lo stesso Vico questo essenziale passaggio del
cartesianesimo,
replicherà che lo scettico acquista scienza dell’essere proprio dalla coscienza
del pensare [
Dogmaticus replicaverit, Scepticum ex conscientia cogitandi scien-
tiam entis acquirere
], dal momento che dalla coscienza del pensare nasce una
stabile certezza dell’essere
42
.
Marcando invece la
differenza
fra ‘ciò che sta sotto’, la sostanza, e
l’
existere
dell’attributo, che «altro non suona che ‘esserci’, ‘esser sorto’,
‘star sovra’»
43
, Vico può sostenere l’idea di un differente percorso del
processo introspettivo:
E qui non posso non notare che con impropri vocaboli Renato parla, ove
medita «Io penso, dunque sono». Avrebbe dovuto dire: «Io penso, dunque
esisto»; e, presa questa voce nel significato che ci dà la sua saggia origine,
avrebbe fatto più brieve cammino, quando dalla sua esistenza vuol pervenire
all’essenza, così: «Io penso, dunque ci sono». Quel «ci» gli avrebbe destato
immediatamente questa idea: «Dunque vi ha cosa che mi sostiene, che è la so-
stanza; la sostanza porta seco l’idea di sostenere, non di essere sostenuta; dun-
que è da sé; dunque è eterna ed infinita; dunque la mia essenza è Iddio che
sostiene il mio pensiero»
44
.
GERI CERCHIAI
104
migliore simmetria o, come si dice, ‘proporzione’ fra le cose: da una parte quiete, cona-
to, moto; dall’altra Dio, materia e corpo esteso» (
De ant
., p. 73).
41
Le
Meditationes
cartesiane, scrive ad esempio Cristina Santinelli in un saggio su
Mente e corpo. Studi su Cartesio e Spinoza
(Urbino, 2000, pp. 66-67), «consentono di spe-
rimentare che se, con un opportuno esercizio meditativo, sgomberiamo la mente da ogni
idea preconcetta per ‘ascoltare’ il nostro pensiero, o meglio, per ‘guardarvi dentro’ (
intue-
ri
) ci accorgiamo che siamo capaci di pensare con chiarezza e distinzione delle qualità tra
loro incompatibili. La chiarezza e distinzione con cui si fa presente alla mente tale incom-
patibilità vuole che le riferiamo a due diverse sostanze o
res
. E il riferimento è pressoché
istantaneo: il passaggio dalla
cogitatio
alla
res cogitans
e quello dalla
extensio
alla
res exten-
sa
non ha un andamento discorsivo, ma si verifica in un’unica
visio
».
42
De ant
., p. 37.
43
Risp. I
, p. 143.
44
Ibid.
Così la
Seconda risposta
: «Essi [i miei avversari] diffiniscono la sostanza
‘cosa che è’, ‘cosa che esiste’. Però io feci vedere nella [
Prima
]
Risposta
quanto cotal
1...,94,95,96,97,98,99,100,101,102,103 105,106,107,108,109,110,111,112,113,114,...196