Come si è visto, secondo Vico «la mia essenza è Iddio che sostiene
il mio pensiero»
57
; ora, nel capitolo «De Mente», egli così precisa la
propria teoria:
i Latini dicevano che la
mens
agli uomini fosse ‘data’, ‘introdotta’, ‘immessa’.
È evidente allora che chi formulò queste espressioni fosse convinto che le idee
fossero state create ed eccitate da Dio negli animi umani [
in hominum animis
a Deo creari excitarique
]
58
.
Il confronto con Malebranche
59
e con la dottrina della ‘visione in
Dio’ si sviluppa da queste parole ma, ciò che più conta, conclude a un
decisivo chiarimento circa la collocazione e il significato della ‘coscien-
za’ vichiana.
8. Se «l’acutissimo Malebranche», afferma ancora Vico nel capitolo VI,
sostiene la verità di queste affermazioni [che cioè le idee siano state create ed
eccitate da Dio negli animi umani], stupisce il fatto che accolga il
cogito ergo
sum
, il primo vero di Renato Cartesio. Dal momento che ammette che è Dio a
creare in me le idee, avrebbe piuttosto dovuto ragionare così: ‘qualcosa in me
pensa, dunque è. Tuttavia nel pensiero non riconosco alcuna idea di corpo;
quindi, quel che pensa in me è una mente purissima, cioè Dio’
60
.
LA ‘NATURA INTEGRALE’ DELL’UOMO
107
57
Ivi, p. 143; cfr.
supra
, § 6.
58
De ant
., p. 107.
59
«Non è difficile scorgere l’affinità sussistente tra l’interpretazione vichiana e
quella malebranchiana del
cogito
», scrive Maria Teresa Marcialis: «è innegabile la pre-
senza di una lettura affine del
cogito
. Vico non parla esplicitamente di ‘sentimento inte-
riore’ a proposito della coscienza; la riduce però […] a ‘cognizione comune accessibi-
le a ogni ignorante’; la rende vaga testimonianza inferiore a un sapere dimostrativo
[…]; la considera, come Malebranche, idonea a indicare l’essere ma non a penetrare
l’essenza dell’essere, testimonianza di esistenza, non conoscenza di essenza»
(M
ARCIALIS
,
op. cit.
, p. 596). Al di là dell’origine delle interpretazioni storiche del
cogi-
to
, il problema, nel nostro caso, è però di mostrare in che modo il riconoscimento di
tale «vaga testimonianza» dell’essere possa per Vico essere volto, se inserito in un diver-
so contesto, a vantaggio della conoscenza dell’uomo.
60
De ant
., pp. 107-109. Se le somiglianze fra la concezione vichiana e quella male-
branchiana sono evidenti, altrettanto manifesti appaiono i fraintendimenti di Vico che,
come scrive Alessandro Stile, «attribuisce a Malebranche qualcosa che non gli appar-
tiene; il filosofo francese non aveva infatti mai sostenuto che Dio crea nell’uomo le idee,
ma solo che l’uomo
le vede in Dio
» (S
TILE
,
op. cit.
, p. 266).
1...,97,98,99,100,101,102,103,104,105,106 108,109,110,111,112,113,114,115,116,117,...196