Il filosofo francese diventava così, per Vico, un pessimo esempio per
la gioventù, poiché ne legittimava l’indolenza e avallava forme di vuoto
narcisismo intellettuale.
2. «
Verum
et
factum
[…] convertuntur»
9
: l’
incipit
del primo capitolo (e
dunque del libro vero e proprio), che ormai è quasi divenuto una for-
mula, sta a significare – com’è noto – che
verum
e
factum
sono fra di
loro in una relazione di reciprocità, il che conduce alla conclusione che
si può conoscere compiutamente solo ciò che
si fa
, ovvero ciò di cui si
è causa, «vera cagione», definita da Vico, nella prima risposta al
«Giornale de’ Letterati d’Italia» (1711), «quella che per produrre l’ef-
fetto non ha di altra bisogno»
10
. Nella seconda risposta preciserà che
«‘
caussa
’, in significazion propria de’ filosofi, significa ‘cosa che fa’»
11
;
e il cerchio si chiude con l’attacco del terzo capitolo del
De antiquissi-
ma
, nel quale si legge che «provare una cosa attraverso le cause è lo
stesso che farla»
12
. Se conoscere e fare si identificano, allora fra il sog-
getto che conosce adeguatamente e il proprio oggetto sussiste un rap-
porto intrinseco, poiché il secondo è
interno
al fare del primo, che ne è
la causa. Quando invece l’oggetto è
esterno
all’azione del soggetto, que-
st’ultimo ne ha una conoscenza parziale, circoscritta ai soli elementi
esteriori, poiché non ne è la causa. Ciò detto, è indubbio che Dio cono-
ROSARIO DIANA
118
che «nel primo decennio del ’700 a Napoli […] costituiva una posizione sicuramente
eterodossa rispetto all’ideologia dominante nel ceto intellettuale» (B.
DE
G
IOVANNI
,
‘Facere’ e ‘factum’ nel ‘De antiquissima’
, in
Giambattista Vico nel terzo centenario della
nascita
, a cura di F. Tessitore, in «Quaderni contemporanei» II (1969), p. 21), è molto
più ricco ed articolato e non si riduce alle sole questioni che qui si stanno sollevando
(per indicazioni bibliografiche aggiornate cfr. D. A
RMANDO
, M. R
ICCIO
,
Settimo contri-
buto alla bibliografia vichiana (2001-2005)
, Roma, 2008, e, a ritroso, i precedenti volu-
mi della bibliografia vichiana pubblicati da altri studiosi).
9
De ant
., cap I, p. 14. Sul
verum-factum
‘prima’ e ‘dopo’ Vico cfr. R. M
ONDOLFO
,
Il «verum-factum» prima di Vico
, Napoli, 1969; A. C
HILD
,
Fare e conoscere in Hobbes,
Vico e Dewey
, a cura di M. Donzelli, Napoli, 1970; A. N
AVE
,
Il «verum-factum» vichia-
no tra filosofia scotistica e filosofia crociana
, in
Vico e il pensiero contemporaneo
, a cura
di A. Verri, Lecce, 1991, pp. 342-349; M. M
ARTIRANO
,
Vero-fatto
, Napoli, 2007.
10
G. V
ICO
,
Risposta del signor Giambattista di Vico nella quale si sciolgono tre oppo-
sizioni fatte da dotto signore contro il primo libro ‘De antiquissima italorum sapientia’
ovvero metafisica degli antichissimi italiani tratta da’ latini parlari
(d’ora in poi
Risp
.
I
),
in I
D
.,
Opere filosofiche
, cit., p. 144. Ma sul concetto vichiano di causa cfr. anche ivi, p.
136.
11
Risp
.
II
, p. 149.
12
De ant
., cap. III, pp. 52-53.
1...,108,109,110,111,112,113,114,115,116,117 119,120,121,122,123,124,125,126,127,128,...196