sce «perfettamente» ogni cosa, «perché è facitore di tutte le cose»
13
; a
lui spetta, infatti, l’
intelligere
, poiché «raccoglie tutti gli elementi di una
cosa con i quali se ne esprime l’idea perfettissima»
14
: un’idea, dunque,
che non lascia spazio ad alcun residuo di esteriorità o a lati oscuri inco-
nosciuti o inconoscibili. All’uomo, invece, è consentito il «pensiero
[
cogitatio
15
, che delle cose non ‘fatte’ da lui può «raccogliere» (
cogi-
tare
, appunto, secondo l’etimo che del termine latino offre il testo stes-
so) solo i dati esteriori: «noi diremmo i
fenomeni
», per cedere con Paci
alla tentazione di kantianizzare Vico
16
. Perciò, scrive Vico con traspa-
rente chiarezza,
Dio raccoglie tutti gli elementi delle cose, sia quelli intrinseci che quelli estrin-
seci, perché li
contiene
e li dispone; poiché invece la mente umana è limitata e
sono poste al di fuori di essa tutte le cose che non sono la stessa mente
, non può
mai raccogliere tutti gli elementi, ma è costretta ad accontentarsi solo di quel-
li esteriori. Cosicché ad essa è concesso pensare [
cogitare
] alle cose, certo non
intenderle [
intelligere
]
17
.
Solo nelle matematiche l’uomo può conseguire una conoscenza
compiuta simile a quella che Dio ha di ogni cosa, dal momento che
quelle scienze risultano da un processo di costruzione ideale ricondu-
cibile per intero al fare umano; nel caso dell’aritmetica e della geome-
tria «la mente umana
contiene in sé
gli elementi di vero che è in grado
di ordinare e comporre»
18
.
DEPOTENZIAMENTO DEL COGITO E ‘DISAPPARTENENZA’ DELL’IO
119
13
Ivi, cap. I, pp. 14-15.
14
Ibid
.
15
Ivi, cap. I, pp. 16-17.
16
P
ACI
,
op.cit.
, p. 62.
17
De ant
., cap. I, pp. 16-17. (corsivi miei). Ma su tali questioni cfr. anche ivi, cap.
III, pp. 136-137; cap. I, § 1, pp. 18-19;
Risp
.
II
, p. 156. Con efficacia Mark Lilla sinte-
tizza così questo punto: «Dio crea con elementi che egli stesso contiene in sé […].
L’uomo è un ente creato, per il quale tutti gli oggetti creati da Dio sono elementi ester-
ni, non interni» (M. L
ILLA
,
Giambattista Vico. The Making of an Anti-Modern
,
Cambridge (Mass.) - London, p. 25). Sulla distinzione ontognoseologica fra Dio e
uomo cfr. N. R
OTENSTREICH
,
Between Partecipation and Constitution
, in
Sach-
kommentar zu Giambattista Vico ‘Liber metaphysicus’
, cit., pp. 87-97; C. C
ASTELLANI
,
Metafisica della mente e ‘verum-factum’. Un confronto di Vico con Cartesio
, in
Vico e
Gentile
, Atti delle ‘Giornate di Studio sulla Filosofia Italiana’ (Roma, 25-27 maggio
1994), a cura di J. Kelemen e J. Pál, Soveria Mannelli, 1995, in part. pp. 81 sgg.
18
De ant
., cap. III, pp. 52-53 (corsivi miei); ma cfr. anche ivi, cap. VII, pp. 114-115.
«Le matematiche – scrive inequivocabilmente Vico – sono le uniche scienze che indu-
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