dei filosofi vedano sperimentata la loro veridicità nel mondo storico».
Si trattava, cioè, di opporre all’«aristotelismo storico-filosofico» – che
aveva valutato le filosofie precedenti solo in funzione della prospettiva
speculativa di partenza – il compito propriamente
storico
della storia
della filosofia, secondo un modello alternativo alla
Kulturgeschichte
e
alle astrattezze della
History of Ideas
7
.
Per tutto ciò, all’
institutio
del «Bollettino» ha corrisposto un’assun-
zione di responsabilità, senza alcun progetto di «monopolizzazione
filosofica», capace di imporre una «visione
vicocentrica
della storia
della filosofia»; progetto non solo inconciliabile con le prerogative e gli
scopi di una pubblicazione patrocinata e finanziata da un Ente di Stato
(il C.N.R.), ma incoerente con il pluralismo vigorosamente professato
in sede di teoria e storia della storiografia filosofica. Da qui l’esplicita
intenzione del «Bollettino» di proporsi programmaticamente come un
nuovo luogo, fisico e ideale, di confronto critico tra posizioni e linguag-
gi culturali differenti, utile all’«avvertita esigenza di organizzazione e di
libero lavoro», consapevole dei limiti di ogni impresa d’
équipe
o di «or-
ganizzazioni troppo organizzate» e, tuttavia, impegnato a difendere gli
studi dai rischi della dispersione, propri delle indagini non coordinate
8
.
In tale impegno si è espressa la fedeltà a ciò che il «Bollettino», sin dal-
l’origine, ha voluto essere, nonostante il suo «titolo», «deliberatamente
anodino e riservato»: non un semplice resoconto di ricerche e di infor-
mazioni bibliografiche, ma una vera e propria rivista, nata da un’idea
generale non generica, come Piovani sottolinea nelle dense pagine di
commento critico alle
Dieci annate del Bollettino del Centro di Studi
Vichiani
(1980) che contengono un lucido testamento intellettuale den-
tro una riflessione sui caratteri della rivista scientifica e ‘specialistica’
nella storia della cultura di secondo Novecento. In essa il «Bollettino»,
nei suoi quattro decenni di vita, ha conquistato un’autorevolezza di in-
discusso rilievo scientifico, coltivando la mai sottaciuta «causa della
FABRIZIO LOMONACO
14
7
I
D
.,
Filosofia e storia delle idee
, Bari, 1965, pp. 23 sgg., 201, 224, 296, 310-311 sgg.,
316. Sul carattere vichiano della «storia delle idee» in Piovani, dopo F. T
ESSITORE
(
Pietro Piovani storico della filosofia
[1991], poi in I
D
.,
Contributi alla storia e alla teo-
ria dello storicismo
, vol. V, Roma, 2000, pp. 528 sgg.) hanno opportunamente insistito
W. G
HIA
,
Il pensiero di Pietro Piovani
, Genova, 1983, pp. 56 sgg. ed E. N
UZZO
,
Gli
studi vichiani di Pietro Piovani
(1990), poi in I
D
.,
Tra ordine della storia e storicità. Saggi
sui saperi della storia in Vico
, Roma, 2001, pp. 287-288.
8
P. P
IOVANI
,
Il Centro di Studi Vichiani
, in questo «Bollettino» I (1971), pp. 7, 12-
13 e
Dieci annate del «Bollettino del Centro di Studi Vichiani»
, ivi X (1980), p. 6.
1...,4,5,6,7,8,9,10,11,12,13 15,16,17,18,19,20,21,22,23,24,...196