re a spogliarsi e a vestirsi di un abito geometrico, a procurarsi una nuova fog-
gia più consona al percorso da affrontare.
Il movimento incessante che caratterizza la dinamica della ragione viene
esemplificato dalla potente suggestione evocata dal confronto serrato tra il
percorso del viaggiatore della
Divina Commedia
dantesca e quello della
Scienza nuova
vichiana. Il «cammino alto e silvestro» che segna l’esordio di
Dante nel suo viaggio fantastico è una tappa necessaria per entrambi: «pour
Dante, il est la seule voie permettant d’échapper aux betes sauvages. Pour
Vico, il constitue une nécessité pour échapper à la ‘
boria’
» (p. 131). Ed en-
trambi hanno bisogno di una guida efficace, che Dante individua in Virgilio
così come Vico nella nozione di Provvidenza, «qui assume la double fonction
de projection épistémologique et psychologique de la raison dans la plongée
dans le monde des ‘auteurs des nations’» (p. 134). Provvidenza alla quale solo
in maniera esteriore e contingente è concesso applicare le categorie di imma-
nenza e trascendenza, operazione che si rende possibile soltanto restituendo il
concetto interamente alla struttura rigorosa della
Scienza nuova
. All’interno
della quale trova posto sia nel legame con il ‘metodo’ che deve usare la nuova
scienza, sia a livello più reale e meno strumentale nel suo forte legame con il
‘corso delle nazioni’. Ed è questo che permette alla Provvidenza di rappresen-
tare il momento per eccellenza della metamorfosi della ragione.
L’andata e il ritorno da questo viaggio è anche e soprattutto esplicitazione
della convinzione vichiana che si debba uscire dal mondo dei bestioni e tradur-
re e interpretare a favore della ragione la mentalità arcaica: è quindi un bigliet-
to di andata e ritorno garantito dal rapporto circolare tra filosofia e filologia, il
solo che permetta un’opera di traslitterazione efficace e concordata. E qui
Girard, in modo originale e convincente, si appresta a maneggiare tre verbi
adoperati da Vico che gli sembrano particolarmente pregnanti teoricamente,
vale a dire
ridurre
,
riporre
,
discendere
. Verbi che ricorrono variamente e fre-
quentemente nell’opera vichiana e che vengono attentamente confrontati anche
con le moderne traduzioni europee, offrendo non pochi spunti e argomenti di
riflessione. Ai quali si aggiunge anche la considerazione del termine
rottami
,
che ha trovato non poca fortuna in alcuni studi recenti, e del verbo di comune
radice etimologica
rompere
. Rapporto consolidato con la terminologia vichiana
e passione letteraria trovano spazio in queste pagine non poco originali.
Ma di un altro strumento ponderoso si avvale la ragione, in particolare per
costruire un rapporto con il mondo delle nazioni, ed è il senso del
comune
. Il
suo movimento si esplica fondamentalmente attraverso due tappe, prima come
un principio ordinativo e poi come un principio costitutivo della ragione. Non
a caso il vichiano
senso comune
si pone come «le résultat d’une exigence de
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