pure indiretta, del trionfo di Scoto nella teologia moderna, e segnatamente
nella teologia dei gesuiti. In secondo luogo il trattato di Lessius offre elemen-
ti non trascurabili per verificare quanto la dottrina scolastica della beatitudine
«fosse presente ai grandi filosofi della modernità» (p. 220), come testimonia-
no i casi di Descartes e Spinoza.
André Tosel discute, invece, di
Barbarie du capitalisme mondialisé?
(pp.
225-234). Il contributo di Tosel è davvero molto interessante, e si apre con una
riflessione sulla barbarie, categoria storico-politica che ha mutato significato
nelle epoche storiche, e che non può essere definita in maniera monologica ed
autoreferenziale. Tosel chiama in causa molti filosofi per sostenere le sue idee,
e tra essi ci sono naturalmente Vico, con la sua «barbarie della riflessione», e
Marx che occupa un posto originale nel sistema dell’uso delle categorie anti-
tetiche asimmetriche
barbaro-civile
, e che gli permette di precisare bene quel-
le modalità attraverso cui è possibile utilizzare la categoria di barbarie per ana-
lizzare la situazione spirituale nel mondo all’epoca del capitalismo.
Da Cartesio a Spinoza. Il percorso bachelardiano di definizione del ‘raziona-
lismo applicato’
(pp. 235-245) è, invece, il titolo del saggio di Maria Turchetto,
la quale segue appunto il percorso attraverso cui Bachelard arriva a definire il
‘razionalismo applicato’.
Il cuore dell’epistemologia bachelardiana – spiega da subito Turchetto – è
costituito da due opere:
Il razionalismo applicato
del 1949 e
Il materialismo
razionale
del 1953. Tali scritti prendono infatti posizione «sui due ‘poli filoso-
fici’ che secondo Bachelard definiscono il campo della fisica contemporanea e
che rinviano in ultima analisi alla questione che inaugura la filosofia moderna:
il problema del valore dell’
esperienza
e della
forma
che organizza l’esperienza»
(p. 235). Turchetto definisce cartesiano il primo passo del percorso: essere
razionalisti – assumere cioè il razionalismo come valore gnoseologico di riferi-
mento – significa scegliere per la priorità della forma che organizza l’esperien-
za rispetto all’esperienza. Il secondo passo verso il razionalismo applicato è
invece spinoziano, visto che il metodo del conoscere non è preliminare rispet-
to al conoscere
in atto
, determinando la priorità del metodo rispetto all’
espe-
rienza
, ma non rispetto alla
conoscenza.
L’ultimo contributo raccolto in questo volume per Paolo Cristofolini è
quello di Marco Vanzulli, dal titolo
Gramsci su Vico: la filosofia come una
forma della politica
(pp. 247-256), in cui l’A. offre una riflessione sulla filoso-
fia e la forma della sua dimensione pratica, a partire dal modo in cui Gramsci,
nei
Quaderni del carcere
, legge le figure filosofiche e la storia della filosofia.
Attraverso tale lettura Vanzulli pone la questione di quale statuto è dato al rap-
porto tra atto politico e mondo storico in cui esso si inscrive, e lo fa attraver-
RECENSIONI
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