zioni di Vico, si presenta anche come una
speciale applicazione della metodologia
storiografica di Amos Funkenstein e in
special modo della sua impronta vichia-
na. Funkenstein «rende merito a Vico
introducendo il concetto di contesto sto-
rico-sociale nella forma della storia ideale
eterna e portando l’attenzione sulla
mutua ‘corrispondenza’ […] di azioni e
preoccupazioni, immagini, linguaggi e
religioni costituenti uno
Zeitgeist
»; ossia,
per usare le parole dallo stesso studioso
ebraico, sulla «armonia contestuale inter-
na a ciascun periodo, la necessaria regola-
rità nella successione dei periodi (natura)
e la crescente spontaneità dell’ambiente
sociale (libertà)». Nel rinvenire ora i
medesimi temi in Bianchini, il saggio si
propone dichiaratamente come un’elabo-
razione di questo originale sviluppo
vichiano, intesa a presentare «materiali
che Amos [stesso] avrebbe potuto inclu-
dere nel suo
Theology and the Scientific
Immagination
, semmai Vico avesse rico-
nosciuto il proprio debito col celebre
Bianchini» (p. 229).
[L. P. C.]
17. I
PPOLITO
Dario,
Il giusnaturali-
smo eclettico e rivoluzionario di un illumi-
nista italiano: Mario Pagano tra Vico e
Locke
, in «Teoria Politica» XXIII (2007)
3, pp. 87-104.
L’articolo mostra le metamorfosi del
giusnaturalismo seicentesco nella rifles-
sione politica illuministica attraverso
l’esame dell’opera di Mario Pagano. La
teoria paganiana del diritto naturale viene
seguita secondo tre ‘declinazioni’ concet-
tuali del giusnaturalismo: «antroponomi-
co», «storicistico», «ontonomico». Il
«giusnaturalismo antroponomico», con
cui si intende la dottrina per cui la legge
naturale è inscritta nel cuore degli uomi-
ni, non occupa un posto rilevante nella
dottrina politica di Pagano, ma vi è co-
munque presente, testimoniandone so-
prattutto la «sintonia con il naturalismo
etico largamente diffuso nella cultura
illuministica» (p. 89). Quanto al «giusna-
turalismo storicistico» – definizione scel-
ta per indicare il nucleo teorico di dottri-
ne «accomunate dall’idea che le norme
rampollanti dalla concretezza dei rappor-
ti sociali, nel loro storico divenire, rap-
presentano il diritto secondo natura»
(p.90) – esso ha invece un posto centrale
nella riflessione paganiana, anche se con
ampi margini di ambiguità. Vico ne è
naturalmente il principale tramite, ma da
Vico Pagano si allontana, pur ricalcando-
ne apparentemente le orme, quando nei
Saggi
ne disegna il processo evolutivo
delle forme politiche. «Il relativismo giu-
ridico di Vico, accolto sul piano del di-
scorso storiografico-scientifico, non com-
penetra, in effetti, il piano del discorso
politico, dove Pagano solleva il vessillo
dell’universalismo illuministico, propu-
gnando una teoria del diritto di natura
incompatibile con la prospettiva vichia-
na» (p. 93). Ancora comune a larga parte
della riflessione illuministica è l’adesione
di Pagano al naturalismo giuridico, o
«giusnaturalismo ontonomico», per cui
«le leggi della fisica sono estese all’uni-
verso sociale e interpretate in senso deon-
tico: ciò che nella natura si dà come ne-
cessità deve darsi tra gli uomini come
norma» (p. 96).
Diritti naturali così concepiti, e con
tale fondamento, non potevano che
imprimere un carattere ‘militante’ alla
filosofia politica di Pagano, in sintonia,
anche qui, con gli ideali più radicati nel-
l’età dei Lumi, espressi infine nei dichia-
rati obiettivi della Rivoluzione americana
prima, francese poi.
[M. R.]
AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
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