ria filosofica e sociologia empirica. È stata, invece, rivalutata la defini-
zione vichiana di «conoscenza storica» per il suo significato di vera e
propria impresa «epistemologica», fondata su princìpi di «senso comu-
ne» e di «causalità storica»; il tutto finalizzato alla costruzione di una
rigorosa scienza dello sviluppo della «natura umana» esposta al model-
lo moderno della verificabilità scientifica sempre socialmente connota-
ta e, perciò, definitivamente allontanata dalle tradizionali letture di
carattere metafisico. Da qui, allora, la significativa distanza di Pompa
dalle tendenze epistemologiche ‘attualizzanti’ di area anglo-americana,
sia pure in fedeltà alla scelta di presentare un’introduzione «analitica»
alla
Scienza nuova
. Proprio su quest’ultimo aspetto interveniva la recen-
sione di Piovani alla traduzione italiana della monografia del 1975, in
cui venivano formulate esplicite riserve sullo scopo dell’opera di pro-
porsi come un «incontro senza mediatori», destoricizzando, così, il
pensiero di Vico che, come «ogni classico vive nella storia delle letture
che lo hanno interpretato»
17
. È, questa, una delle originali indicazioni
metodologiche del lettore-recensore, destinata a reggere la sua straor-
dinaria capacità di studiare ‘in proprio’ la storiografia vichiana interna-
zionale, anche quella anglosassone. Lo documentano anche le acute
osservazioni sulla nota interpretazione di Isaiah Berlin, discussa con
finezza d’analisi sia nel consenso che nel dissenso. Se convinta era,
innanzitutto, l’adesione alla tesi che identifica in Vico lo
scisma
tra due
culture corrispondenti all’irriducibile solco tra realtà dell’uomo e
mondo della scienza, nessun giudizio positivo poteva essere espresso
sulla lettura berliniana che aveva fatto del filosofo napoletano un anti-
Voltaire. Il rischio era di reintrodurre il vecchio mito storiografico di un
Illuminismo antistorico, smentito già dalla magistrale lezione di Paul
Hazard, in cui l’illuminista francese era stato avvicinato a Vico nella
comune età della «crisi della coscienza europea». Perciò, con il soste-
gno delle interpretazioni innovative di Cassirer, Meinecke e Kaegi si
trattava di comprendere il senso autentico del «relativismo» storico di
Voltaire, facendo anche di lui uno «scismatico» e preferendo la pro-
spettiva di un’equilibrata relazione con l’autore della
Scienza nuova
all’«artificio di un’antitesi esasperata»
18
.
FABRIZIO LOMONACO
18
17
P. P
IOVANI
, Recensione a L. P
OMPA
,
Giambattista Vico. Studio sulla
Scienza nuova
(tr. e intr. a cura di V. Mathieu, Roma, 1977), ivi VIII (1978), p. 144.
18
I
D
.,
Lo «scisma» di Vico
, ivi VII (1977), in partic. pp. 153-154, 156.
1...,8,9,10,11,12,13,14,15,16,17 19,20,21,22,23,24,25,26,27,28,...196