con cui Agostino ne privilegiava il valore
allegorico e simbolico.
[D. A.]
29. V
ANZULLI
Marco,
Gramsci su
Vico: la filosofia come una forma della
politica
, in
L’eresia della libertà. Omaggio
a Paolo Cristofolini
, a cura di C. Piazzesi,
M. Priarolo, M. Sanna, Pisa, ETS, 2008,
pp. 247-256.
Si veda la recensione al volume in
questo «Bollettino», pp. 146-161.
30. V
ICO
Giambattista,
Idea della
Scienza nuova
, a cura di L. Amoroso,
Pisa, ETS, 2009, pp. 91.
Questo agile volume propone pubbli-
cata in autonomia la «Spiegazione della
Dipintura» proposta al frontespizio che
serve per l’introduzione dell’opera –
insieme naturalmente alla tavola allegori-
ca – nella versione definitiva, quella cioè
del 1744. Il curatore, Leonardo Amoro-
so, avverte nella
Prefazione
di avere scel-
to di utilizzare il testo dell’edizione a cura
di Fausto Nicolini del 1953, pubblicato
presso l’editore Ricciardi, pur essendo
pienamente consapevole della discutibili-
tà filologica dello stesso, come pure di
quello che l’ha preceduto nel 1928 e pub-
blicato da Laterza.
Interessante è la
Postfazione
al volu-
me, che riprende, ampliandolo, un inter-
vento tenuto da Amoroso al Festival della
Filosofia di Modena nel 2008, dedicato
alla Fantasia. Il saggio riflette infatti sulla
rilevanza di Vico per l’estetica, e lo fa a
partire dalla posizione di Croce, per poi
considerare quella di Kant e di Baum-
garten. Vico in tale contesto appare rivo-
luzionario per avere inteso in modo del
tutto nuovo la fantasia, e per avere attri-
buito ad essa – insieme alla poesia e al lin-
guaggio – uno statuto nuovo, come d’al-
tronde si evince proprio dalla «Dipintura»
e dalla «Spiegazione», dove il filosofo na-
poletano fa appello alla fantasia e alla
memoria del lettore nel momento in cui
decide di offrirgli, tramite un’immagine,
una visione d’insieme, un’idea appunto,
della sua nuova scienza. Ecco perché, con-
clude Amoroso in questa sua nota,
«l’‘estetica’ che egli [Vico], con Baum-
garten, con Kant e con altri, contribuisce a
fondare non è da intendersi tanto e soltan-
to come una disciplina filosofica settoriale
che ha come oggetto l’arte bella, ma anche
e soprattutto come il progetto di una nuo-
va filosofia dell’esperienza» (p. 91).
[A. Scogn.]
31. V
ITI
C
AVALIERE
Renata,
Giudizio,
Napoli, Alfredo Guida, 2009, pp. 196.
Il volume prende posto all’interno
dell’agevole e molto utile collana delle
«Parole chiave della filosofia» e ha come
oggetto la ricorrenza nella storia della
filosofia di un elemento concettuale che
si esprime come «termine medio, di con-
giunzione e di passaggio, tra teoria e pras-
si», e che «porta con sé un concetto di
verità che non è più solo corrispondenza
né mero consenso» (p. 9). A questo uso
logico-teoretico del giudizio viene affian-
cato quello pratico-argomentativo, e
come il primo livello rende ragione del-
l’evoluzione e dei cambiamenti relativi al
concetto di verità, così il secondo si atte-
sta sulla tradizione latina del
iudicium
come contrapposto all’
inventio
. Contrap-
posizione che troverà risonanza anche
nella dimensione euristica da Vico affida-
ta al sapere storico. A Vico per l’appunto
AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
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