na leggibilità ai testi, liberandoli dagli anacronismi interpretativi ed
ecdotici degli editori ottocenteschi (con la sola eccezione del Ferrari).
Direttamente ispirata al programma di lavoro
Per l’edizione naziona-
le di Vico
è stata, nella prima serie della rivista, la gran mole dei contri-
buti alla restaurazione del Vico latino, avviata dagli studi sulle
Orazioni
inaugurali
e sulla
Coniuratio
, curati in edizione critica definitiva rispet-
tivamente da Gian Galeazzo Visconti nel 1982 e da Claudia Pandolfi
nel 1992. È bastato, infatti, impostare tale restauro ecdotico per rico-
noscere la scarsa attenzione goduta dal filosofo napoletano nelle storie
della filologia classica
21
e stimolare, sin dal 1975, anno della pubblica-
zione della prima
Orazione
nel «Bollettino», una minuziosa ricognizio-
ne delle fonti classiche: dal Plauto ‘anticartesiano’ del
De antiquissima
al Cicerone del
De ratione
22
e all’Orazio dell’
Ars poetica
23
, dal
Polemone
di Diogene Laerzio e dal Dionigi Longino nel libro III della
Scienza
nuova
24
al Lucrezio, al Virgilio e al Terenzio del
Commento
nicolinia-
no
25
, dal Sallustio e dal Tacito della
Coniuratio
fino agli echi di Seneca
nelle
Orazioni
26
, dall’Aristotele dell’
Etica a Nicomaco
, fonte delle defini-
zioni di
aequitas
e
prudentia
al Polibio richiamato nella teorizzata tri-
partizione delle forme di governo
27
. Né meno rilevanti sono stati i pro-
blemi di ecdotica discussi a proposito dei criteri di edizione del Vico
volgare,
in primis
delle
Scienze nuove
. In proposito, nel 1978, in un
aggiornato intervento di Vincenzo Placella, esperto studioso e filologo
del
De antiquissima
, è emersa l’indifferibile esigenza di stabilire, con
adeguate indagini storico-critiche, la «stratigrafia di ciascuna opera e di
FABRIZIO LOMONACO
20
21
Cfr. M. G
IGANTE
,
Vico nelle storie della filologia classica
, ivi, pp. 51-58.
22
Cfr. i contributi di A. C
ORSANO
,
Vico, Plauto e Cartesio
, ivi IV (1974), pp. 140-
142 e
Cicerone, il diritto e Vico
, ivi VII (1977), pp. 122-123.
23
Cfr. S. C
ERASUOLO
,
L’inedito vichiano sull’
Arte poetica
di Orazio
, ivi IV (1974),
pp. 36-50 e
Vico esegeta dell’
Arte poetica
oraziana
, ivi VIII (1978), pp. 82-97.
24
Cfr. M. G
IGANTE
,
Polemone, non Palemone
, ivi V (1975), pp. 126-127; L.
A
LFONSI
,
Ancora per Polemone
, ivi VI (1976), pp. 158-159 e G. M
ARTANO
,
Note sulla
presenza del
Perié
u$youv
nell’opera vichiana
, ivi VII (1977), pp. 125-138.
25
Cfr. P. C
HERCHI
,
Cinque piccole chiose al «gran commento» di F. Nicolini
, ivi VI
(1976), pp. 159-161. Sul tema si veda anche la risposta di M. G
IGANTE
, ivi VII (1977),
pp. 123-125 e la replica di C
HERCHI
, X (1980), pp. 192-193.
26
Cfr. C. P
ANDOLFI
,
Modelli classici della
Principum Neapolitanorum
Coniurationis Anni MDCCI Historia
di G. Vico
, ivi VII (1977), pp. 31-57 e I
D
.,
Eco di
Seneca in Vico,
ivi VIII (1978), pp. 109-112.
27
Cfr. G. G
IARRIZZO
, Aequitas
e
Prudentia:
storia di un
topos
vichiano,
ivi, pp. 5-
30 e N. B
OBBIO
, Vico e la teoria delle forme di governo
, ivi, pp. 5-27.
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