manierismo e del barocco italiano. In proposito, innovative conoscen-
ze ha procurato l’opera di approfondimento storico-culturale di
Battistini che, nel «Bollettino» del 1984-1985, ha presentato una detta-
gliata indagine sui caratteri di quella «scienza delle imprese» collocata
al centro dell’«antropologia vichiana» in quanto «momento genetico di
tutta la ricerca della nuova scienza». Nell’«esegesi impresistica» nella
Scienza nuova
del 1725 il riferimento alle «imprese pubbliche», connes-
so alla scienza del
blasone
e delle
medaglie
, è a fondamento della sco-
perta di un «vocabolario mentale» e della nascita gemellare di lingua e
scrittura. L’interprete ha ricostruito, così, il contesto barocco della teo-
ria della «semiosi visiva» (da Tesauro a Bacchini, passando per Patrizi
e Giovio), discutendo la nota tesi di Momigliano, troppo drastica nel
sostenere l’«isolamento» di Vico nel «circuito» antiquario del suo
tempo e nel disconoscere in lui l’impiego di «nuovi strumenti ermeneu-
tici». E questi sono proprio quelli che la ricostruzione di Battistini ha
messo in risalto, documentando la «perizia impresistica» del filosofo
napoletano, praticata nella raccolta di liriche in memoria di Angela
Cimmino, nel parere per la stampa di un libro di Giuseppe Gironda,
nella cura degli «emblemi» commemorativi dei caduti della congiura
filoaustriaca della Macchia e, soprattutto, nella disposizione delle
«imprese» nelle
Scienze Nuove
. Dopo quella contenuta nell’«occhio»
del frontespizio all’altezza del motto
Ignota latebat
che accompagna la
figura dell’alata metafisica, particolare rilievo è attribuito alla nota
Dipintura
nell’edizione del 1730 che, «lungi dal risultare una mera cor-
nice decorativa, è composta secondo una razionalità funzionale con cui
essa appare promossa a parte integrante del testo ove oltretutto viene
inglobata con la forma del commento in veste di ‘Spiegazione’»
82
. Per
una diversa accentuazione della prospettiva storico-linguistica e di
quella filosofica
tout court
si sono segnalate le analisi di Mario Papini
sui motivi iconologici e allegorici nella
Dipintura
, già al centro della let-
teratura angloamericana degli anni Ottanta (Fletcher e Verene).
Pubblicate nel «Bollettino» del 1984-1985, a corredo dei noti lavori
monografici del 1986, quelle analisi sono assistite da un obiettivo teori-
co fondamentale: recuperare il senso autentico di un progetto di
«scienza metafisica» d’ispirazione platonica ed espressione di connes-
sione di un pensiero (dal
De antiquissima
alla
Scienza nuova
) in cui la
I QUARANT’ANNI DEL «BOLLETTINO DEL CENTRO DI STUDI VICHIANI»
47
82
A. B
ATTISTINI
,
Teoria delle imprese e linguaggio iconico vichiano
, ivi, pp. 149-150
sgg., 156, 169.
1...,37,38,39,40,41,42,43,44,45,46 48,49,50,51,52,53,54,55,56,57,...196