dimensione storica del «dizionario mentale» e il punto di vista della
fondazione
del linguaggio, «senza la quale l’indagine linguistica, lungi
dal costituire un’autentica filosofia, rischierebbe di ridursi al suo mero
dispiegarsi fenomenologico, con la conseguenza, non ultima, che la
stessa etimologia smarrirebbe il significato della sua essenziale funzio-
ne filologica». Perciò, rivalutando l’«ermeneutica filosofica» nella sua
funzione di mediazione tra
metafisica
e
storia
, Modica si è avvicinato
alle letture «trascendentalistiche» dell’indirizzo tedesco e a quelle dello
«storicismo critico» della scuola napoletana. In particolare, ha radicato
la sua interpretazione in un’«ermeneutica della metafisica della mente»
che conosce l’implicazione della «connotazione ontologica» e di quella
«sociologica» del linguaggio, riferite all’«
universalità concreta
del
senso
comune
», di un motivo-guida dal deciso spessore pratico-politico, cioè,
intimamente storico, coerente con una
filosofia
quale ricerca di
unità
e,
insieme, assunzione di
problematicità
91
. Ancora nel «Bollettino» del
1986, a incrementare l’incontro con il filosofo del linguaggio è stato il
saggio di Antonino Pennisi, sostenitore della fondamentale, «intrinseca
politicità» di una riflessione, impegnata, fin dalle
Orazioni inaugurali
, a
«teorizzare una semantica ‘ingeniosa’, ossia una vera e propria seman-
tica della creatività linguistica». Essa non risulta limitata a un’analisi
delle diverse facoltà della
mens
, ma estesa allo studio dell’aspetto «filo-
genetico del procedimento conoscitivo» della vita umana in società, alla
ricerca di un registro retorico-semantico adatto al «vivere comunicati-
vo» che la
Scienza nuova
segnala con la trattazione della storia
comune
delle nazioni
92
.
Il riferimento alla dimensione storica e sociale dell’esperienza lin-
guistica ha assunto particolare rilievo negli studi di Otto Pöggeler che,
nel «Bollettino» del 1992-1993, analizzando la «recezione» di Vico in
Auerbach, ha indagato sulle tendenze interpretative della cultura tede-
sca contemporanea, riproponendo la questione del rapporto tra i prin-
cìpi fondamentali (le
costanti
) e le «strutture storiche» da ritrovare «nel
medio del linguaggio e della cultura storico-sociale»
93
. Il tema è degno
di nota, perché nella cultura contemporanea esso si collega ai motivi di
FABRIZIO LOMONACO
52
91
G. M
ODICA
,
Sulla fondazione del linguaggio in Vico
, ivi XVI (1986), pp. 335, 344.
92
A. P
ENNISI
,
«Calcolo»
versus
«ingenium» in G. B. Vico: per una filosofia politica
della lingua
, ivi, pp. 346, 357 sgg.
93
O. P
ÖGGELER
, Philologiam ad philosophiae principia revocare
. La recezione di
Vico in Auerbach
, ivi XXII-XXIII (1992-1993), p. 324.
1...,42,43,44,45,46,47,48,49,50,51 53,54,55,56,57,58,59,60,61,62,...196