quella vera e propria riabilitazione della
filosofia pratica
in cui il pensie-
ro di Vico e, in particolare, la sua filosofia del linguaggio costituiscono
un ineludibile punto di riferimento e di confronto. Nella prima serie
del «Bollettino» l’hanno documentato le pagine del Tessitore, dedicate,
nel 1974, alle tesi di Habermas, attente, in
Theorie und Praxis
del 1971,
a riconoscere nel
linguaggio
l’espressione della
ragione
e, nella dimen-
sione intersoggettiva, la «struttura»
etica
della vita sociale. Da qui il
richiamo alla filosofia di Vico e alla sua «pratica» con la rivalutazione
dei motivi del
verisimile
e della
saggezza-prudenza
, essenziali nel proce-
dimento retorico-topico e più utili dell’approccio (hobbesiano) tecni-
co-scientifico al vero senso della vita politica, da ricercare «non fuori,
ma dentro le novità storicistiche del ‘sistema’ filosofico». Il che non ha
significato allontanare l’autore della
Scienza nuova
dal suo tempo, ma
evitare di rinchiuderlo in «una cinta daziaria ‘politica’ e ‘filosofica’
troppo angusta per il suo ingegno, anelante a misurarsi, e capace di
farlo, con i grandi del passato e del presente (il presente a lui contem-
poraneo)»
94
. Proprio con diretto riferimento ai problemi dell’età di
Vico, il «Bollettino», nella metà degli anni Ottanta, ha ospitato un
lungo e documentato saggio di Enrico Nuzzo, uno dei suoi più assidui
collaboratori e studioso esperto della cultura storico-filosofica di Sei-
Settecento, già noto ai lettori della rivista – tra il 1975 e il 1981 – per
interventi sulla
tipologia del linguaggio storico
(nelle pagine di Hayden
V. White), sui
manoscritti napoletani
del Doria, sulla storia della
storia
della filosofia nella cultura napoletana tra Seicento e Settecento
. Nel nu-
mero del 1984-1985, dottrina e fine capacità critica dell’autore hanno
messo in luce le relazioni tra Vico e l’«Aristotele pratico», analizzando
la questione della «meditazione sulle forme ‘civili’ nelle ‘pratiche’ della
Scienza nuova prima
». A emergere è stata, innanzitutto, una particolare
‘logica’ del pensiero vichiano (quella della «contrazione»), disposta ad
accogliere, trasformandoli, alcuni nodi teorici fondamentali del lin-
guaggio politico classico-umanistico di matrice aristotelica (
perfezione
e
durata
delle forme civili; sequenze ‘naturali’ del parallelismo
ontogene-
si
-
filogenesi
), discusso nei suoi principali motivi (metafisici, epistemo-
logici, antropologici e storici) e con documentati rinvii alle diverse
esperienze dell’aristotelismo europeo a partire da quelle del cartesiane-
I QUARANT’ANNI DEL «BOLLETTINO DEL CENTRO DI STUDI VICHIANI»
53
94
F. T
ESSITORE
,
Jürgen Habermas su Vico
, ivi IV (1974), pp. 177-178.
1...,43,44,45,46,47,48,49,50,51,52 54,55,56,57,58,59,60,61,62,63,...196