è rivelata documento prezioso, unico nel suo genere, del travaglio del-
l’autore che consente al lettore di seguire, pagina dopo pagina, il lavo-
ro di revisione e di integrazione del testo con tutte le caratteristiche gra-
fico-linguistiche del suo
usus scribendi
. Tra la
Scienza nuova Prima
del
1725 e quella del 1744 non c’è solo la edizione «impressa» nel 1730; ci
sono aggiunte, correzioni e postille marginali dall’autore introdotte e
successivamente corrette. La versione a stampa perde i caratteri di per-
fezione e unicità, perché a imporsi sono la ricerca e lo studio dell’inter-
ferenza dei diversi strati di composizione. Il testo autografo, quasi tolto
dalle mani dell’autore, offre al lavoro (in corso) di edizione critica il con-
tributo di una specifica fase di scrittura dell’opera. In un momento sto-
rico particolare della sua costruzione emerge, altresì, la continuità di una
riflessione, capace di illuminare finanche le confusioni e le incertezze
lessicali del filosofo, il suo originale metodo di lavoro nel
mare magnum
della sua
scienza
. Una situazione ecdotica resa dalla
Scienza nuova
del
1730 ancora più complessa per la mancanza del manoscritto e la quan-
tità dei materiali d’autore (in manoscritto e a stampa) che, com’è noto,
la ridefiniscono
a posteriori
in vista di una nuova edizione (giammai
stampata) e che, perciò, non possono essere considerati semplici antici-
pazioni della «terza impressione» (1744). In siffatta situazione interpre-
tativa è parso necessario restituire all’edizione del 1730 una propria,
anche grafica, autonomia rispetto alle versioni del 1725 e del 1744.
Anche in questo caso l’impegno ecdotico ha saputo fornire adegua-
ti stimoli ad un originale lavoro interpretativo. Il «Bollettino» l’ha
documentato con indagini che hanno privilegiato la filosofia del diritto
e della politica prima delle
Scienze nuove
che sono ‘filosofia’ delle
umane idee
, storiche in senso creativo e
inventivo
come attestano, nel
«Bollettino» del 2006, le ricerche di Cacciatore e Berti, Gessa
Kurotschka, Sanna e Fortuna sul nesso tra
filosofia e poesia
alla luce
dell’enfatizzato modello aristotelico.
Ma l’influenza della critica filologica sulla costruzione delle inter-
pretazioni è da estendere a tutta la produzione del «Bollettino» dal
2001-2002. In questa sede, per evidenti ragioni di economia del discor-
so, possono solo essere richiamati alcuni orientamenti: si va dagli studi
su
inventio
e verità, sull’«immaginario naturalistico», l’
ingenium
e gli
«universali fantastici»
113
a quelli dedicati all’«agire semiotico in Vico e
I QUARANT’ANNI DEL «BOLLETTINO DEL CENTRO DI STUDI VICHIANI»
63
113
Mi riferisco rispettivamente ai saggi della S
ANNA
del 2001-2002, di N
UZZO
del
2004, di G
IRARD
e P
OMPA
del 2005.
1...,53,54,55,56,57,58,59,60,61,62 64,65,66,67,68,69,70,71,72,73,...196