vergere delle utilità attraverso la dialettica degli interessi e il conflitto
delle parti. Proprio a Machiavelli e al machiavellismo è sfuggito questo
«spontaneo» divenire della vita in comune degli uomini, irriducibile
agli «interessi» artificiali e strumentali della
Ratio Status
e all’astratto
formalismo giusnaturalistico, fondato sulla successione cronologica del
prima
e del
dopo
il «patto». La vita sociale non è decisa nel momento
astratto della convenzione ma provocata dalla forza di un processo in-
sieme
necessario
e
spontaneo
, teso a governare l’instabilità e l’incertez-
za dell’utile privato. L’abbandono del convenzionalismo giusnaturali-
stico di matrice hobbesiana implica la ripresa e l’introduzione del mo-
dello aristotelico dentro la logica «occasionalistica», nonché la decisa
riaffermazione della «naturale» socialità dell’uomo. Il che serve, però,
a smentire, ancora una volta, ogni astratta «filosofia della natura», per-
ché contribuisce a inserire in un più ampio contesto teorico l’istanza
utilitaristica della singolarità nella sua «natura» storica. È, questo, un
terreno di riflessione talmente innovativo da rovesciare, nel «vero e de-
gno successore di Machiavelli»
128
, tutta la logica classica e moderna di
costituzione della ‘prassi’, passando dall’universale etico-politico al
nuovo modello di sapienza mitologico-poetica, all’aggiornata antropo-
logia della
scienza nuova
della «comune natura delle nazioni».
È maturato, così, un nuovo impegno di studio sul «linguaggio» di
Vico e intorno a Vico, aggiornato sul piano teorico-storiografico anche
alla luce di divergenze e punti di incontro con le tesi precedenti la gran-
de opera, dal
De ratione
al
De antiquissima
fino al
Diritto universale
. Un
grande affresco, quest’ultimo, bisognoso di essere restaurato e analizza-
to anche dopo le recenti traduzioni anglo-americane dalle premesse
ecdotiche e filologiche non sempre convincenti
129
. L’opera è una trama
di argomentazioni quanto mai fitta, lontana da sovrapposizioni e oscu-
rità esegetiche che l’hanno finora presentata come periferia del pensie-
ro di Vico in cui collocare le imperfette redazioni della sua produzione
nel processo di sviluppo ascendente e migliorativo che ha condotto alla
I QUARANT’ANNI DEL «BOLLETTINO DEL CENTRO DI STUDI VICHIANI»
69
128
Così B. C
ROCE
,
Machiavelli e Vico. La politica e l’etica
, in I
D
.,
Etica e politica
(1931), II ed., Roma-Bari, 1973, p. 207.
129
G. V
ICO
,
Universal Right,
tr. from Latin and ed. by G. A. Pinton and M. Diehl,
Amsterdam-Atlanta, 2000 (si veda la recensione di G. C
ARILLO
, in questo «Bollettino»
XXXI-XXXII, 2001-2002, pp. 167-172). Un’altra traduzione in lingua inglese con
commento e note, ma limitata alla
Sinopsi
(a cura di D. Ph. Verene) e al
De uno
(a cura
di J. D. Schaeffer)
,
è in «New Vico Studies» XXI (2003), pp. 1-274; su ciò cfr. la segna-
lazione di A. S
TILE
in questo «Bollettino» XXXVIII (2008) 1, p. 249.
1...,59,60,61,62,63,64,65,66,67,68 70,71,72,73,74,75,76,77,78,79,...196