QUARANT’ANNI
Il doveroso e ormai abituale saluto augurale al nostro «Bollettino»,
che compie quarant’anni e si avvia a vivere un nuovo decennio, tocca
compierlo, anche questa volta, a chi di questa lunga vita è stato certa-
mente, se non altro, lo spettatore più costante e più attento. Se è con-
sentito dirlo, anche il più appassionato. Ed è perciò per me difficile
resistere alla piena dei ricordi, delle emozioni, dei successi e delle diffi-
coltà vissute, in questi quarant’anni da quando il mio Maestro, fonda-
tore del «Bollettino», volle da subito affidarmi le funzioni organizzatri-
ci di esso e le sue ‘fortune’. Questa volta il mio compito è reso agevole
dalla lucida ricognizione che dei quarant’anni di vita del «Bollettino»
ha tracciato, su mia richiesta, Fabrizio Lomonaco, la cui attività di
ricerca è iniziata nel nostro «Centro» e da essa mai si è allontanata, ren-
dendolo uno dei sicuri protagonisti di questa ormai lunga, ricca, frut-
tuosa esperienza.
Non serve, dunque, ripetere il compiacimento, mai da esprimere
retoricamente pur quando assai sentito fino ad inorgoglire, per il nuovo
traguardo che il «Bollettino» taglia con freschezza di forze e di entusia-
smi. Basti ripetere che non credo esistano – se non fuori d’Italia e sol-
tanto per due o tre casi – riviste dedicate ad un solo autore, pur gran-
de, che possano vantare una siffatta continuità di vita.
Non serve neppure ribadire le linee di metodo che il «Bollettino» ha
tenacemente perseguito e persegue in fedeltà ai criteri di rigore, di
sobrietà, di rispetto della libertà di opinione, propri di una effettiva cir-
colazione delle idee. Anche qui basta ripetere che non abbiamo chiuso
le nostre porte a nessuna voce critica, anche se diversa da quelle da noi
condivise purché sorretta da serietà di metodo ed onestà di intenzioni.
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