meno corretto che Vico attribuisce loro, ricevono dall’
inter
un conno-
tato dinamico.
Rispetto al
De antiquissima,
nella sua opera giuridica Vico commen-
terà che il
verum
vien fuori dalla
mentis cum rerum ordine conformatur
:
il vero è conformità ad un
ordo
fortemente connotato agostinianamen-
te, a una regola, a uno schema, rispetto al quale il
falsum
è una discor-
danza.
Verum
come
conformatio
coincide con
verum
come
ordo
22
. Vico
usa
conformatio
e non
correspondentia
o
convenientia
, come spesso l’età
moderna traduce
adaequatio
di Tommaso, perché
correspondentia
e
convenientia
stringono di più sul rapporto copia/modello,
conformatio
libera una zona più autonoma legata al «darsi forma», secondo l’espres-
sione ciceroniana del «mundus a natura conformatus».
Conformatio
che è anche la modalità che lega la facoltà all’oggetto
di applicazione, secondo l’interpretazione, quella di Badaloni, del Vico
attento frequentatore del trattato
De veritate
(1645) di Herbert di
Cherbury: le
facultates
, del tutto e solo soggettive, diventano
differen-
tiae rerum
laddove il
verum
è appunto
conformatio
all’oggetto. E l’in-
ganno dei sensi riguardo agli oggetti è proporzionale e graduale, la vista
è quella che genera maggiori illusioni, seguita subito da udito e odora-
to, gusto e tatto. Le cose che hanno dipendenza dal corpo
le
facciamo
, come l’
immagini
con la
fantasia
, le
reminiscenze
con la
memoria
,
con
l’appetito
le
passioni
; gli
odori
, i
sapori
, i
colori
, i
suoni
co’
sensi
; e tutte que-
ste cose le conteniamo
dentro di noi
, non essendo
niuna
di quelle, che possa
sussistere
fuori di noi
23
;
perché, come diceva nel
De antiquissima
, se i sensi sono facoltà, veden-
do i colori, gustando i sapori, sentendo i suoni, toccando cose fredde o
calde, noi stessi creiamo queste qualità degli oggetti
24
; dal momento che
anche il senso della vista è una facoltà e il vedere un atto.
[I Latini] dissero
auditus
, quasi
hauritus
qual dell’udito, et
aures
l’orecchie da
haurire
; perocché l’udito si faccia da ciò, che gli
orecchi tirano l’aria
, ch’è da
DALLO
SCIRE
AL
CONSCIRE
87
22
Cfr. V
ITIELLO
,
op. cit.
, pp. 24 e 28 e G. C
ARILLO
,
Vico. Origine e genealogia del-
l’ordine,
Napoli, 2000, p. 82.
23
G. V
ICO
,
Correzioni, Miglioramenti e Aggiunte Terze
[d’ora in poi CMA3], in
Scienza nuova 1730
, a cura di P. Cristofolini e M. Sanna, Napoli, 2004, p. 429.
24
De ant.
, VII, p.112.
1...,77,78,79,80,81,82,83,84,85,86 88,89,90,91,92,93,94,95,96,97,...196