altri corpi percossa, onde s’ingenera il
suono
. Dissero
cernere oculis
lo
scerne-
re
, o
vedere distinto
, ch’è per latina eleganza diverso da
videre
, ch’è un
vedere
confuso
: perché dovettero sentire, gli
occhi
essere, come un
vaglio
, e che, come
quello, vagliando, manda per gli
buchi
, giù bastoncini di polvere, che toccano
la terra; così gli occhi per gli
buchi delle pupille
mandino il
bastone visuale
, col
quale
toccano le cose
; il quale
bastone
poi intesero ragionando gli
Stoici
, ed ha
a nostri tempi dimostrato il
Cartesio
: onde si deve intendere quella frase latina
usurpare oculis,
che tanto dee significare, quanto toccar’ o
tener con gli occhi
:
ond’è la ragione, che la
fiera
, che fugge: finch’è
veduta dal padrone
, non ricu-
pera la
natural libertà
. L’
odorare
dissero
olfacere
, che propiamente è
far
odore
,
e ‘l
dar’odore
al contrario dissero
olere
: che forse indi presero, da sè estiman-
do l’
api
, ch’immaginavano, coll’
odorare
facessero il
mele
; perocché non pote-
van’intendere, che ne
succiassero i sughi
; così essi
coll’odorare facessero gli
odori
25
;
brano poi sintetizzato e reso meno articolato in
Scienza nuova 1744
26
,
nel quale si aggiunge però il
tangere
, qui tralasciato perché integrato
con il
videre
. Riproposizione concettualmente quasi identica del brano
del
De antiquissima
, che ribadisce la convinzione vichiana dell’assoluta
soggettività delle qualità sensibili, che non devono essere scambiate con
le qualità reali.
La questione centrale diventa subito la prospettiva di rapporto con
l’oggetto, il modo in cui l’oggetto viene esperito, e la configurazione di
verità che assume attraverso la formazione del concetto. Nell’età della
riflessione il concetto si forma per mezzo di un’astrazione per generi,
mentre nella primigenia età poetica l’universale fantastico si costruisce
tramite una fantasia che opera per ‘ritratti’, anche stavolta indicando un
evidente privilegiamento dell’organo della vista
27
.
La distinzione fisico/metafisico nasce dalla constatazione che tra
sensibilità e realtà dei corpi vi è un limite profondo e per conoscere la
verità bisogna seguire una strada diversa da quella dei sensi, che per
certi versi è un prendere posizione a fianco del pensiero razionalista,
anche rispetto alla considerazione dell’assoluta realtà delle cose imma-
ginate e non concepite per chi le immagina. Ma è anche una riproposi-
zione di una questione portante proposta dalla scolastica e ripresa dalla
riflessione vichiana, cioè una riflessione sulla distinzione tra ‘natura’ e
MANUELA SANNA
88
25
CMA3, p. 475.
26
Scienza nuova 1744
[d’ora in poi
Sn44
], in
OF
, p. 592.
27
Cfr. G. P
ATELLA
,
Senso, corpo, poesia. Giambattista Vico e l’origine dell’estetica
moderna
, Milano, 1995.
1...,78,79,80,81,82,83,84,85,86,87 89,90,91,92,93,94,95,96,97,98,...196