terizza l’umano in quanto tale, viene espresso bene anche dalla netta
contrapposizione all’assoluta immobilità del
brutum
, esempio in fondo
di un corpo che non pensa. Il contrasto fra le due sostanze Vico lo
affronta in maniera più diretta nella prima
Risposta
sul «Giornale de’
Letterati», laddove specifica che per i Latini
brutum
equivaleva a
«immobile», perché «gli guardarono come mossi dall’aria, e non come
moventisi da sé»
31
, quella stessa aria che «diventa proprio e vero moto
della fiamma, della pianta, della bestia»
32
, moto meccanico e quasi au-
tomatico, che si oppone al moto di volontà che nell’animo dell’uomo
viene scaturito dal volere divino. Da notare che negli anni del
De anti-
quissima
Vico non aveva ancora formulato la distinzione tra acutezza e
arguzia (VII, 5), limitandosi a sostenere la derivazione di
argumentum
da
argutum
e a metterli in stretto collegamento con l’
ingenium
; mentre
nelle
Vindiciae
si esporrà il binomio verità/acutezza - falsità/arguzia
33
e
si potrà così sostenere una più articolata catena di differenziazioni tra
l’uomo e il bruto.
Per Vico memoria, fantasia e immaginazione sono prerogative esclu-
sivamente umane, contro e al di là delle inflessioni lucreziane e aristo-
teliche, tanto che i primi uomini sono «poco meno di bestie», perché in
loro «ogni nuova sensazione cancella affatto l’antica»
34
, mentre per
Gassendi, per esempio, sono, nella
Disquisitio metaphysica
del 1644,
requisito anche dei bruti, privi invece di
cogitatio
35
. Così come, in
Gassendi e in quel filone di tradizione, fantasia e memoria sono in qual-
che modo interscambiabili proprio perché la fantasia conserva le
impressioni provocate dai sensi. In Vico si perde la connotazione di ser-
batoio affidata alla memoria, così come si sfilaccia la composizione ari-
stotelica e poi fortemente leibniziana di una differenziazione tra memo-
ria e reminiscenza, perché la memoria si connota soprattutto come con-
figurazione di immagini, e in quanto tale spetta al solo uomo, laddove
in Leibniz la distinzione rende possibile l’attribuzione di memoria
anche agli animali, anche se mai di reminiscenza. Se il
brutum
è per
Vico soprattutto privo di memoria – anche se non di senso – è proprio
MANUELA SANNA
90
31
Risp. I
, p. 142.
32
Ibid.
33
N. P
ERULLO
,
Bestie e bestioni. Il problema dell’animale in Vico,
Napoli, 2002, p. 60.
34
Sn44,
p. 592.
35
Ivi, p. 91.
1...,80,81,82,83,84,85,86,87,88,89 91,92,93,94,95,96,97,98,99,100,...196