II
LA ‘NATURA INTEGRALE’ DELL’UOMO.
COSCIENZA E FACOLTÀ
NEL
DE ANTIQUISSIMA ITALORUM SAPIENTIA
*
1. In un fortunato testo del 1994, fedelmente tradotto in italiano col
titolo
L’errore di Cartesio
, il neuroscienziato Antonio Damasio così
descrive quello che gli pare essere stato il fatale equivoco del cartesia-
nesimo, ossia «l’abissale separazione tra corpo e mente» da questo
introdotta:
Preso alla lettera, [il movimento del
cogito
cartesiano] esprime esattamente il
contrario di ciò che io credo vero riguardo alle origini della mente e riguardo
alla relazione tra mente e corpo; esso suggerisce che il pensiero, e la consape-
volezza di pensare, siano i veri substrati dell’essere. E siccome sappiamo che
Cartesio immaginava il pensare come un’attività affatto separata dal corpo,
esso celebra la separazione della mente […] dal corpo non pensante […]. E
tuttavia, assai prima dell’alba dell’umanità gli esseri erano esseri […]. Per noi,
allora, all’inizio vi fu l’essere e solo in seguito vi fu il pensiero; e noi adesso […]
ancora incominciamo con l’essere e solo in seguito pensiamo. Noi siamo, e
quindi pensiamo, dal momento che il pensare è causato dalle strutture e dalle
attività dell’essere
1
.
* In questo intervento ripropongo un mio articolo intitolato
Il
cogito
di Sosia e la
coscienza di Vico. La nozione di
conscientia
nel
De antiquissima Italorum sapientia, pub-
blicato sulla «Rivista di storia della filosofia» LXIII (2008), pp. 243-265. Il mutamento
nel titolo rispecchia alcuni aggiustamenti ed accorciamenti nella parte centrale del testo
e la corrispettiva estensione della ricerca, in particolare nell’ultimo paragrafo, al tema
della coscienza nei suoi rapporti con la nozione di facoltà conoscitiva dell’animo umano.
1
A. R. D
AMASIO
,
L’errore di Cartesio. Emozione, ragione e cervello umano
, Milano,
2003
6
, p. 337.
1...,83,84,85,86,87,88,89,90,91,92 94,95,96,97,98,99,100,101,102,103,...196