È, questa, un’opinione che, prima ancora di comprovare il declino
della filosofia cartesiana, ne testimonia la perdurante vitalità, mostrando
al contempo la necessità di misurarsi con la prospettiva da essa avanzata
e con le critiche che ne hanno da sempre accompagnato il successo.
Fra tali critiche colpisce, per la sua originalità, la polemica svolta da
Vico nel
De antiquissima Italorum sapientia
contro la nozione cartesiana
di
cogito
, polemica che, pur coi suoi oscuri e spesso involuti arcaismi con-
cettuali, sembra talvolta muoversi faticosamente nel labirinto di quelle
medesime esigenze che, al di là di ogni spinta a suggestive quanto peri-
colose attualizzazioni, ancor oggi caratterizzano le moderne riflessioni
sulla mente e sui suoi meccanismi. Scrive di nuovo Damasio che
una piena comprensione della mente umana richiede una
prospettiva integra-
ta
: la mente non solo deve muovere da un ‘cogito’ non fisico al regno dei tes-
suti biologici, ma deve anche essere correlata con un organismo intero, in pos-
sesso
di un cervello e di un corpo integrati
e in piena interazione con un
ambiente fisico e sociale
2
.
L’idea di un
integro iudicio
3
, di un giudizio che sappia cioè rendere
conto di tutti gli aspetti dell’umano sapere, è anche la linea direttiva che
ha ispirato, fin dalle
Orazioni inaugurali
, la riflessione vichiana, che a
partire da essa si è cimentata nella ricostruzione di una pedagogia, di
una metafisica e di una filosofia della storia più attente a coordinare la
«scienza del vero» con la «coscienza del certo»
4
. A tale idea, come cer-
cherò di mostrare, possono del pari essere ricondotte le riflessioni del
De antiquissima
sull’origine e sulla natura del pensiero, riflessioni che,
pur non sviluppandosi organicamente in una dottrina del funziona-
mento dei nostri stati interiori, lasciano tuttavia intravvedere alcuni
sparsi elementi per una teoria della coscienza, intesa, quest’ultima, non
solo come un particolare grado nella scala della consapevolezza o della
percezione, ma pure come il luogo, per così dire, d’intersezione fra
mente e corpo, luogo dal quale germina anche la nostra facoltà razioci-
nante. Ed è proprio da un primo ‘errore di Cartesio’, ovvero dall’inca-
GERI CERCHIAI
94
2
Ivi, p. 341, corsivi miei.
3
G.V
ICO
,
De nostri temporis studiorum ratione
[d’ora in avanti
De rat.
seguito dal
numero di pagina di questa edizione], in I
D
.,
Opere
, a cura di A. Battistini, 2 voll.,
Milano, 1990, vol. I, p. 110.
4
I
D
.,
Princìpi di Scienza nuova d’intorno alla comune natura delle nazioni
[d’ora in
avanti
Sn44
], in
Opere
, cit., vol. I, p. 498.
1...,84,85,86,87,88,89,90,91,92,93 95,96,97,98,99,100,101,102,103,104,...196