GIUSEPPE CACCIATORE
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pensiero filosofico e scientifico moderno’, avendo partecipato a quasi
tutti i suoi numerosi convegni e seminari. Nelle pagine del «Bollettino
del Centro di Studi Vichiani» sono stati pubblicati molti saggi di Otto
e la sua monografia dedicata a Vico, edita in Germania nel 1989, è
apparsa in traduzione italiana nel 1992 come numero 20 nella collana
‘Studi Vichiani’, fondata da Pietro Piovani e diretta da Fulvio Tessitore:
Giambattista Vico. Lineamenti della sua filosofia
. Il filo conduttore del-
l’interpretazione ottiana di Vico sta nel ricondurre le movenze princi-
pali della riflessione del napoletano dentro uno schema filosofico-tra-
scendentale, diverso e più articolato rispetto sia al modello kantiano
che a quello husserliano. Con Vico il procedimento trascendentale di
fondazione del sapere storico è, al tempo stesso, analitico e sintetico e
questo perché ciò che fonda questa modalità non è l’intelletto calcolan-
te ed astratto, ma la ragione ‘
ingegnosa
’, che si impegna a costruire e a
ricostruire ciò che è separato, il diverso, il molteplice. È coerente tradu-
zione, in una argomentazione che non è soltanto storiografica, ma fon-
damentalmente teorico-speculativa, della relazione vichiana della
topi-
ca
come ritrovamento e accertamento della storicità dell’umano e della
critica
che opera analiticamente sui contenuti dell’esperienza, secondo
il modello della convertibilità di
verum
e
factum
. È il modello della
invenzione topica
quel che qui entra sostanzialmente in gioco, secondo
una tradizione rinascimentale (si ricordi la grande competenza di Otto
come studioso della filosofia umanistica e rinascimentale attestata, tra i
tanti altri suoi saggi, dal III volume curato nel 1984,
Renaissance und
frühe Neuzeit
della
Geschichte der Philosophie
delle edizioni Reclam)
della quale Vico è l’ultimo rappresentante. Ma è anche l’originale, forse
il più originale, contributo di Otto alla letteratura critica vichiana degli
ultimi decenni. Mi riferisco alla centralità che egli attribuisce al meto-
do geometrico vichiano, che non ha nulla a che vedere con il procedi-
mento razionalistico cartesiano, ma indica, piuttosto, la possibilità di
riunificare nella sintesi, grazie al metodo geometrico, le produzioni
della fantasia e del pensiero inventivo-immaginativo, da un lato, e gli
esiti dell’attività razionale-giudicativa, dall’altro. Per Otto la
Scienza
nuova
, anche con le sue ‘degnità’ e ‘corollari’, è una esplicita manifesta-
zione di un procedimento geometrico, le cui premesse, per lo studioso
tedesco, stanno già tutte nel
De antiquissima italorum sapientia
(mar-
cando, anche su questo punto, una netta distanza con le tradizionali let-
ture, a partire da Croce, che tendevano a distinguere nettamente due
‘tempi’ della filosofia vichiana). È la congruenza geometrica tra
verare
e