NOTE SU
FILOSOFIA E POLITICA NEL PENSIERO ITALIANO
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re di necessità della
decadenza
, la fine di ogni illusoria attesa in un inter-
vento dall’alto. A tale consapevolezza corrispondeva, sul piano teorico,
la sfiducia in un più o meno lineare divenire della storia umana. La
dimensione ‘progressiva’ si riduceva a una petizione di principio,
espressa più che nella prospettiva cumulativa della storia dell’umanità,
nell’andamento frastagliato e composito del corso storico. Quest’ul-
timo non alterava il predominante pessimismo ciclico, restando la
deca-
denza
un’interferenza necessaria e pressoché ineluttabile della storia,
richiamata al suo primo stadio di barbarie primitiva dove – come si
legge nel capitolo V del Saggio VII del 1785 (riproposto nel capitolo VI
del
Saggio VI
del 1792) – «la natura si rinvigorisce e i suoi dritti e forze
ripiglia» (
Sp1
, p. 241 e
Sp2
, p. 394). Un ‘ritorno’, tuttavia, non identifi-
cabile con un termine temporale rigidamente predeterminato, visto che
Pagano documentava i caratteri di «diversità della seconda barbarie
delle nazioni dalla prima, e del novello stato selvaggio» (
Sp1
, p. 240), in
coerenza con quel principio di legalità naturale che, anche in tale con-
testo teorico e storico, non rendeva mai assimilabile fino in fondo la sua
nozione di
decadenza
a quella di Vico.
Tra i fattori di perfezionamento c’è senz’altro il valore della
religio
e
della sua origine, alimentato dallo studio dell’influenza delle cause
fisi-
che
sulle
morali
, segno, tuttavia, di civilizzazione da opporre al vecchio
e rinnovato sistema di privilegi nel neofeudalesimo. Dalla De Pascale è
ben delineata la distinzione fra
doveri
e
diritti
alla luce dei concetti di
proprietà
reale
e
personale
, di indipendenza privata e di
libertà civile
. In
particolare, richiamata l’attività legislatrice di Pagano, è documentato il
senso di alcune scelte che ancora riportano ai
Saggi
, trattando dell’abo-
lizione della legge sui feudi nei capitoli dedicati ai «diritti proibitivi» e
agli «stabilimenti feudali» (
Sp2
, pp. 348-349). Occorre che con la liber-
tà individuale, premessa della vita sociale, si affermi la necessità del
sacrificio di quel tanto di diritto, indispensabile alla reciproca e libera
attività. Il delicatissimo punto di equilibrio tra diritto di proprietà e
legge naturale di umana solidarietà richiede la tutela della «proporzio-
nata uguaglianza de’ dritti», garanzia di
libertà civile
(
Sp2
, p. 340 e
Sp1
,
p. 139). Dando in proprietà i diritti personali, il rapporto feudale alte-
ra il
naturale
diritto alla proprietà quale
conquista
di beni in base al
principio delle individuali capacità di lavoro. Specifici riferimenti a
queste tematiche introduce il capitolo XXI del
Saggio V
, apparso per la
prima volta nella seconda edizione e dedicato all’esame delle «leggi ed
usi distruttivi della proprietà». Il riscatto della terra dal dominio feuda-