G
IAMBATTISTA
V
ICO
,
De universi juris uno principio, et fine Uno,
a cura di F. Lo-
monaco, presentazione di F. Tessitore, Napoli, Liguori, 2007, pp. XXXVII -199.
Nel trentesimo anniversario dall’istituzione del benemerito Centro di Studi
Vichiani fondato a Napoli da Pietro Piovani nel 1980, appare opportuno se-
gnalare l’opera qui recensita, conclusiva di un percorso culturale particolar-
mente rivolto alla riedizione ed alla riflessione critica degli scritti di Giambat-
tista Vico. Com’è noto il patrimonio librario di questo Autore appare partico-
larmente complesso e variegato, distinto com’è tra due ‘pensieri politici’ ri-
spettivamente finalizzati alla storia dello Stato-Nazione nonché alla storia del-
l’idea d’Europa e dell’Occidente. La prima ha fatto la fortuna di Vico in Italia
e fuori d’Italia, in Europa ed in America, dove alle traduzioni milanesi e napo-
letane dell’ ’800 e del ’900 dal latino in italiano si sono aggiunte quelle tede-
sche, anglo-americane e spagnole del secolo scorso e degli inizi di questo seco-
lo, tutte dedicate al
De universi juris
(altrimenti noto come
De uno universi
juris
, p. 19). Viceversa, all’idea universalistica come risultante dal titolo del-
l’opera ed a quella cosmo-politica, Vico aveva dedicato una non minore atten-
zione, sostenendo essere la ‘cosmo-grafia politica’ il vero precedente o antece-
dente storico necessario della ‘geo-grafia politica’ dello Stato-Nazione. Detto
in altri termini, nel pensiero giuridico concernente il diritto universale c’è il
fondamento dello Stato-persona in sé unito a quello dello Stato-comunità,
prima di sé ed oltre sé. La straordinaria attualità e profondità di tale pensiero
nella nostra epoca di cosiddetto ‘diritto globale’ comportava in capo al bene-
merito Centro Studi napoletano la riedizione di un’opera del genere, nella sua
forma linguistica ed editoriale originaria, comprensiva di note, correzioni ed
emendamenti apposti dallo stesso Autore nel triennio 1720-1723 addirittura in
pendenza di composizione tipografica, oltre che su stampe già composte (le
Notae
del 1721 e 1722). È un evento fondamentale quello qui segnalato non
solo per la storia dell’editoria, ma altresì per la storia della cultura filosofico-
politica e filosofico-giuridica. Trattasi di un’opera messa a disposizione del
pubblico degli studiosi e degli specialisti dei vari settori disciplinari, ivi com-
presi quelli del diritto internazionale pubblico e privato. Complessivamente
un’opera altamente meritoria perché destinata ad allargare l’‘effetto-Vico’
ovvero il suo impatto nella storia delle dottrine e forse degli eventi storici che
ne conseguono.
La presente edizione anastatica è stata ricostruita su due esemplari del
testo originario, rispettivamente esistenti presso la Biblioteca Nazionale di