tale formula Vico intendeva palesemente contrapporsi alla tripartizione gro-
ziana in
libri tres
, comprensivi di una teoria generale del diritto, di una combi-
nazione tra azioni pubbliche, statali e diritti privati garantiti e difesi, e di meto-
di bellici o pacifici di soluzione delle controversie interstatali. Permane peral-
tro nel sottofondo dell’opera vichiana tale fondamentale tripartizione, allorché
i primi settanta paragrafi sono sostanzialmente dedicati al diritto della natura
e delle genti, mentre i secondi si dedicano alla definizione della missione del-
l’autorità statale come garante della libertà e della sicurezza interna-esterna dei
privati, mentre l’ultimo blocco resta dedicato alle forme varie della
tutela juris
(
bellum, jurisprudentia, philosophorum sapientia).
I limiti della presente recensione non consentono un esame dettagliato dei
contenuti veri e propri dell’opera. Ma già le sommarie pregresse osservazioni
permettono di rilevare come il vichiano diritto universale non costituisca affat-
to una variante nominalistica rispetto al diritto naturale e delle genti. Esso sta
piuttosto a significare il segno di una reazione antistatualistica, che già serpeg-
giava nell’Europa del dopo Westphalia, e sembrava in qualche modo soddisfat-
ta dalla stessa nuova definizione della Carta geo-politica degli Stati italiani pre-
unitari. In questo senso la reazione in termini di neo-cosmopolitismo serviva a
dare un quadro di riferimento più alto ai problemi posti dal governo universa-
le dell’Europa. E soprattutto costituiva un contributo rispetto alla definizione
dei
fines Europae
, nella fase della prima formazione delle grandi civiltà mediter-
ranee come della loro distinzione nei confronti delle
Res publicae merae
degli
Imperi non-europei o extra-europei. Conclusivamente, la nuovissima riedizio-
ne dell’opera napoletana qui recensita costituisce un contributo senza’altro
importante per la stessa comprensione di tanti problemi giuridici attuali spesso
affrontati in modo superficiale o nominalistico mediante l’uso di omonimi o
sinonimi rispetto al
nomen juris
vichiano dell’
uno principio et fine uno
.
M
ASSIMO
P
ANEBIANCO
Momenti della filosofia civile italiana
, a cura di G. Cacciatore e M. Martirano,
Napoli, La Città del sole, 2008.
Il volume
Momenti della filosofia civile italiana
, a cura di Giuseppe
Cacciatore e Maurizio Martirano, risponde a una esigenza sempre più diffusa:
quella di una ricognizione unitaria e articolata della storia filosofica italiana. Le
Cronache di filosofia italiana
di Garin degli anni ’50-’60 del secolo scorso ave-
vano già sollevato il problema, ricostruendo la mappa del sapere filosofico dei
primi sessant’anni del Novecento. Da allora l’attenzione sulla tradizione filo-
RECENSIONI
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