Il libro curato da Cacciatore e Martirano richiederebbe un articolato lavo-
ro di ricostruzione e di analisi, tanto è ricco e vario il panorama che disegna e
tanti sono gli spunti critici su cui sarebbe utile soffermarsi. Pur nella varietà di
impostazione e di svolgimento, tutti i saggi privilegiano la linea genetico-rico-
struttiva delle dottrine analizzate e il loro portato teoretico.
Il volume si apre con un denso contributo di Cacciatore dedicato a
Filoso-
fia ‘civile’ e filosofia ‘pratica’ in Giambattista Vico
(pp. 21-44). Cacciatore mette
in evidenza con chiarezza e lucidità di analisi la costanza della frequenza in
tutto il
corpus
delle opere vichiane dei concetti di
bene civile
, di
vita civile
, di
civile società
. Con la sicurezza storiografica ed ermeneutica derivatagli dalla
sua lunga frequentazione dei testi del filosofo napoletano, Cacciatore ripercor-
re tutta l’opera di Vico, a partire dalle
Orazioni inaugurali
. Il disegno educa-
zionistico proposto e difeso da Vico, pur nella varietà di accentuazione del
tema di ognuna di esse, è finalizzato alla costruzione del prestigio personale e
dell’
honestas
del singolo, coniugato, però, sempre e comunque all’essere «di
ornamento per il sovrano, di decoro alla nazione, e, per dirla in breve, neces-
sari allo Stato» (G. V
ICO
,
Orazione IV
, in I
D
.,
Le Orazioni inaugurali. I-VI
, a
cura di G. G. Visconti, Bologna, 1982, p. 161).
Orientamento, questo, mantenuto nel
De nostri temporis studiorum ratione
in cui Vico, senza eliminare lo studio delle scienze naturali, privilegia aperta-
mente la «morale, specialmente quella parte che si occupa dell’indole dell’ani-
mo nostro e delle sue tendenze alla
vita civile
» (
De nostri temporis studiorum
ratione
, in
Opere
, 2 voll., a cura di A. Battistini, Milano, 1990, vol. I, p. 131).
E, nello stesso testo, punta a stabilire un nesso diretto e forte tra
filosofia pra-
tica
e
filosofia civile
, allargando così i confini della morale alla «compiutissima
e notissima dottrina dello Stato» (
ibid.
). Il centro della riflessione vichiana, e
Cacciatore lo enuclea e lo evidenzia in modo assai efficace, va individuato, per-
ciò, nell’attenzione posta nell’elaborazione di un metodo di giudizio, che tenga
conto della mutevolezza e della incertezza delle «azioni della vita pratica», le
vitae agenda
. Un metodo che non trascuri, anzi tenga ferma come timone per
una corretta navigazione, una regola di valutazione elastica, simile al
Regolo di
Lesbo
, capace di adattarsi ai corpi e non di adattare i corpi a sé. Regola, que-
sta, fondata sulla più pragmatica concretezza e flessibilità del giudizio pratico
e della valutazione civile. Lo svolgimento degli impegni sociali, a cui consape-
volmente Vico vuole preparare i suoi ascoltatori e lettori, esige, infatti, l’uso
non tanto della ragione universale, propria della verità scientifica, quanto della
ingeniosa ratio
, della ragione intuitiva.
Nelle opere della maturità e nelle tre edizioni della
Scienza nuova
, la linea
del discorso filosofico di Vico si sviluppa in tutta la sua rigogliosa ricchezza.
Senza rinunciare alla riconferma dell’esigenza di una determinazione del prin-
RECENSIONI
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