LA ‘PRATICA DI QUESTA SCIENZA’
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serio, perché la vicinanza tematica fra la
Pratica
e il
De mente heroica
è
innegabile; questa chiave di lettura contiene dunque una parte notevo-
le di vero.
Diciamo una parte notevole, e non la totalità, poiché a ben considera-
re la
Pratica
contiene una
pars destruens
che non è nel
De mente heroica
:
si tratta del tema della
corrottella
del tempo presente, nel quale i popoli
quando sono
guasti
, e
corrotti
, allora, perché mal soffrono internamente senti-
re la
mancanza
, non parlan d’altro che d’
onestà
, e di
giustizia
, come natural-
mente avviene, c’huomo, non d’altro parla, che di ciò, ch’affetta d’essere, e
non lo è: e perché sentono resister loro la
Religione
, la qual non possono natu-
ralmente
sconoscere
, e
rinniegare
, per
consolare
le loro
perdute coscienze
, con
essa religione
empiamente pj consagrano le loro scellerate, o nefande azioni
13
.
Ora, è forse a partire di qui che si può provare a individuare la ra-
gione decisiva, che può aver condotto Vico non a sopprimere una pagi-
na che nella
Scienza nuova
, per la verità, non era mai entrata, ma a so-
prassedere sulla sua inclusione nel contesto dell’opera maggiore, per
proporre invece i suoi contenuti positivi in quell’altra «opera capitale
nella storia del pensiero vichiano»
14
che è il
De mente heroica
.
La
pars destruens
, questa, sparisce. E perché? Se guardiamo alla si-
tuazione storica, alla vita politica e civile di Napoli, e alla situazione
personale di Vico stesso in quel contesto, dobbiamo constatare che un
mutamento decisivo si verifica proprio in quella prima metà degli anni
Trenta. L’avvento della monarchia di Carlo di Borbone, accompagnato
da indubbi progressi soprattutto nel riordino della pubblica ammini-
strazione affidato a Bernardo Tanucci comporta, pur con i forti limiti
rilevati qualche decennio più tardi da Pietro Colletta, l’introduzione di
metodi di governo in sintonia con lo spirito riformatore del tempo, pur
essendo la situazione complessiva del regno di Napoli più arretrata, in
termini soprattutto di privilegi feudali ed ecclesiastici, rispetto ad altre
regioni d’Italia e d’Europa: si provvide all’ordinamento del catasto, ad
una cospicua riduzione dei privilegi ecclesiastici, e insomma alla ricer-
ca del bene pubblico, in contrasto speculare rispetto al degrado mora-
13
Sn30
, p. 512.
14
Per dirla con le parole più che pertinenti di Gian Galeazzo Visconti nella prefa-
zione all’edizione critica del Centro di Studi Vichiani: G. V
ICO
,
Varia. Il
De Mente He-
roica
e gli scritti latini minori
, a cura di G. G. Visconti [da ora in poi
Varia
], Napoli,
1996, p. 5.