mento de Vico, pois se nele havia o temor
de uma nova barbárie, este sentimento era
superado pela certeza de que as atividades
humanas eram o melhor antidoto para os
tempos sombrios. […]. Vico foi um crítico
do conformismo dos homens de ciência
[…], desafiou a mentalidade conservadora
da ciência moderrna e, a favor da ciência,
postulou a efetivação do programa para a
presquisa social. O intento de Vico e a sua
originalidade merecem a atenção no
momento em que ainda se debate a crise
dos paradigmas modernos» (p. 196).
[ F. L.]
11. H
OFFMANN
Thomas Sören,
Philosophie in Italien. Eine Einführung in
20 Porträts
, Wiesbaden, Marix Verlag,
2007, pp. 400 [cap. 19: Giambattista
Vico, pp. 351-367
et passim
]
Il libro di Hoffmann, che vuole esse-
re un’introduzione alla filosofia italiana,
offre una «galleria» (p. 10) di 20 ritratti di
personaggi più o meno noti al pubblico
tedesco, come Niccolò Machiavelli e
Galileo Galilei o il padovano Pietro Pom-
ponazzi e il calabrese Bernardino Telesio.
Il ‘ritratto’ di Vico (capitolo XIX)
fornisce brevi cenni biografici per poi
collocare il suo pensiero nella storia della
filosofia: partendo dalla sua opposizione
al razionalismo di Descartes, l’A. consi-
dera Vico – seguendo Karl-Otto Apel –
come l’erede della tradizione dell’umane-
simo e, in conseguenza, fondatore degli
studia humanitatis
e padre delle
Geistes-
wissenschaften
(p. 353). E Hoffmann
attribuisce a Vico il ruolo di un Galilei
del mondo civile, presentando la
Scienza
nuova
come il tentativo di fondazione di
una storia in forma di scienza.
A tale scopo, il principio del
verum-
factum
viene interpretato in chiave erme-
neutica avvicinandolo fortemente al con-
cetto di divinazione di Schleiermacher e
all’idea di
Einfühlung
. Come oggetto di
tale «verstehende Wissenschaft», l’A.
identifica soprattutto l’«universale fanta-
stico», che – staccato dal contesto del-
l’uomo preistorico – viene letto generica-
mente come «kollektive Sinnimagination
[…] zu einer bestimmten Zeit» [immagi-
nazione collettiva del senso di un certo
periodo] (p. 360).
[S. W.]
12. J
OISTEN
Karen,
Die Hauptstraße
verlassen. Oder: Mit Giambattista Vico
auf einer anderen Fährte
, in
Vernunft der
Aufklärung – Aufklärung der Vernunft
,
hrsg. v. Konstantin Broese
et al
., Berlin,
Akademie Verlag, 2006, pp. 53-62.
Riflettendo sul rapporto tra Vico e
Descartes, l’A. espone il contrasto fonda-
mentale tra la via cartesiana, che rappre-
senta e inaugura la «strada magistrale»
del pensiero scientifico-matematico mo-
derno, e quella vichiana che – in confron-
to alla concezione scientifica del filosofo
francese – potrebbe risultare come un
«binario morto».
Joisten illustra la diversità delle posi-
zioni dei due filosofi partendo dalla ‘vi-
sione’ cartesiana di una città ideale nei
primi paragrafi della seconda parte del
Discours de la Méthode
, la quale – unifor-
me e omogenea, studiata a tavolino –, in
quanto visualizzazione del metodo carte-
siano e del suo concetto di verità, fa risal-
tare la
Lebensweltvergessenheit
[l’oblio
del mondo della vita, p. 53] del progetto
cartesiano. La via vichiana, con il suo
principio del
verum-factum
viene esposta,
al contrario, come strada alternativa, ba-
sata sulla concreta prassi di vita e memo-
re della storia umana. In riferimento al
concetto vichiano del metodo topico-
AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
196