emancipativo, sospettoso verso vecchi e
nuovi universalismi filosofici e consapevo-
le che la storia – come del resto la ricerca
– è «un agone sempre in corso, mai finito
e mai deciso una volta per tutte» (p. 55).
Ed è ancora Vico che, con il principio
del
verum-factum
– secondo cui «il
mondo storico è fatto dagli uomini e dalle
donne» (p. 40) –, fornisce all’A. il para-
digma necessario a rifondare oggi, contro
la paralisi dell’azione soggettiva teorizza-
ta dall’«antiumanesimo strutturalista» (p.
39), l’agire dell’individuo nel mondo sto-
rico-sociale.
[R. D.]
21. S
ARDI
Alessandro,
Immagini del-
l’evento storico: mito, arte, simbolica e
filosofia. Paci lettore di Vico
, in
Omaggio a
Paci
, Quaderni di «Materiali di estetica»,
Milano, CUEM, 2005, pp. 239-254.
L’A. ripercorre i principali snodi del-
l’interpretazione paciana di Vico segna-
lando i plessi teorici in cui l’analisi di Paci
si proietta, consapevolmente, oltre Vico.
Particolare attenzione è giustamente de-
dicata all’estetica. Attraverso il tema del
mito, certamente uno dei principali mo-
menti di riflessione che Paci dedica a
Vico, si può comprendere il valore di
ogni immagine e da essa di ogni raffigura-
zione artistica. Solo l’arte istruisce l’uomo
sulla caducità del sentire e lo eleva verso
la riflessione, dapprima fissa e schemati-
ca, poi sempre più libera di immaginare
mondi possibili, fantasie nuove. Non
vagheggiamenti, però, giacché quelle uto-
pie servono a istradare l’uomo, servono al
suo concreto percorso storico, ravvivano
costantemente la sua prospettiva etica
che dunque, attraverso l’arte e l’immagi-
ne, non perde colore, non decade, non
muore.
Trarre l’uomo dalla caotica irrazionali-
tà dei sensi, assecondare il suo trascender-
si verso forme nuove e migliori, mostrargli
il
telos
, la ricerca,
immer wieder
, della veri-
tà: questo è il compito dell’arte.
L’A. chiama poi in causa Friedrich
Creuzer, studioso della simbolica, per
istituire tra questi, Paci e Vico un legame
fondato sulla seguente domanda: «qual è
il carattere dell’antico discorso storico-
simbolico?». Dall’analisi delle distonie e
delle similitudini, nate dal breve intreccio
di questi tre autori, l’A. giunge nuova-
mente e definitivamente al mito mostran-
do come, nell’analisi paciana della filoso-
fia di Vico, oltre le questioni accennate,
esso rimandi ad un senso più alto del filo-
sofare: «Il mito contiene in sé nella pro-
pria sintesi immaginativa il fondamento
di ogni sapere e di ogni attività».
[A. D. M.]
22. S
CHMIDT
-B
IGGEMANN
Wilhelm,
Apokalypse und Philologie. Wissens-
geschichten und Weltentwürfe der Frühen
Neuzeit
, Göttingen, Vandenhoeck &
Ruprecht unipress, 2007, pp. 388.
Il volume di Schmidt-Biggemann rac-
coglie, intorno a un’indagine circa l’auto-
interpretazione storica dell’uomo agli al-
bori della modernità, molti notevoli sag-
gi, i cui temi vanno dai rapporti tra filolo-
gia e teologia alle dimensioni della teolo-
gia politica, fino ai problemi dell’ordina-
mento dei saperi nel quadro categoriale
della
philosophia perennis
. Alla conclusio-
ne o quasi del percorso si colloca il capi-
tolo «Von der heiligen Weisheit zur
archaischen Wildheit: Vico und die
Renaissancephilosophie» (pp. 331-355),
in cui il pensatore napoletano è presenta-
to come il massimo spartiacque nella
AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
201