MONSIGNOR CELESTINO GALIANI E G. B. VICO
Gli autori di tutti i tempi si interpretano non solo sulla base dei loro
scritti (approccio diretto), ma anche tenendo conto di quel che accade-
va intorno a loro (approccio indiretto). La conoscenza del contesto sto-
rico è fondamentale per intendere le allusioni più o meno coperte, che
animano la poesia e la prosa di ogni letteratura. Purtroppo non è faci-
le ricostruire quel contesto, quando si ha a che fare con paesi costretti
a vivere sotto la cappa di piombo della censura. È questo il caso della
cultura italiana, la cui storia è stata largamente sequestrata dalla Santa
Sede, che ha tenuto sotto chiave gli archivi delle Congregazioni
dell’Inquisizione e dell’Indice fino alla fine del Novecento
1
. Di qui la
mancata presa di coscienza di quanto la Chiesa Cattolica abbia contri-
buito a creare le ben note anomalie italiane
2
.
Il rapporto fra Vico e monsignor Celestino Galiani fornisce una
prova ulteriore di quanto l’approccio indiretto possa condizionare l’ap-
proccio diretto. Questo deve tener conto degli scarsi accenni contenu-
ti nella corrispondenza di Vico, a cominciare dalla sua lettera a Galiani
del 18 ottobre 1725, importante per l’annuncio dell’invio, tramite Luigi
Esperti, di un esemplare della prima edizione della
Scienza nuova
1
Giornata di studio «
L’apertura degli archivi del Sant’Uffizio romano
» (Roma, 22
gennaio 1998), in
Atti dei Convegni Lincei
, 142, Roma, 1998.
2
Questa mancata presa di coscienza è alimentata dalle cortine fumogene di molte
pubblicazioni cattoliche, di dubbia oggettività, come la seguente (in quattro tomi):
Catholic Church and Modern Science, Documents from the Archives of the Roman
Congregations of the Holy Office and the Index
, I,
Sixteenth-Century Documents
, a cura
di U. Baldini - L. Spruit, Roma, 2009.