GUSTAVO COSTA
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francese della storia sacra, senza confessarlo apertamente, per non
entrare i rotta di collisione con la censura cattolica.
Mi rendo conto che la mia posizione rovescia (per usare un termine
della
Scienza nuova
) la tesi di Arnaldo Momigliano, secondo cui Vico
non fu neppure sfiorato dalla grande erudizione d’oltralpe
15
. Il giudizio
del grande piemontese ha avuto profonde ripercussioni nel campo
degli studi vichiani. Ma la venerazione dovuta ai maestri, cui dobbiamo
la nostra formazione, deve cedere il passo all’evidenza storica, quando
vengono alla luce nuovi documenti. Questa è una verità che lo stesso
Momigliano ci ha insegnato. Non tenerne conto equivale a tradire la
parte più vitale del suo magistero.
Per quanto riguarda la filosofia, i famosi «chiostri», ai quali Vico attri-
buisce nella
Vita
il merito di aver accolto la metafisica, non sono napole-
tani, ma francesi
16
. Quale era la metafisica per Vico? Quella del migliore
pensiero italiano del Rinascimento («i Marsili Ficini, i Pici della
Mirandola […] i Franceschi Patrizi»)
17
, praticamente cancellato dalla
Controriforma, era appena uno sbiadito ricordo. Ma in Francia l’orato-
riano Malebranche aveva elaborato una nuova metafisica di sapore pla-
tonico, che piaceva molto a Vico, come risulta dalla sua risposta all’arti-
colo X del tomo VIII del «Giornale de’ Letterati d’Italia» (1712)
18
.
15
A. M
OMIGLIANO
,
Ancient History and the Antiquarian
, in
Studies in Historio-
graphy
, New York e Evanston, 1966, p. 19.
16
G. V
ICO
,
Vita scritta da se medesimo
[d’ora in poi
Vita
] in
Opere
, 2 voll. a cura
di A. Battistini [d’ora in poi,
Opere
], Milano, 1990, vol. I, p. 24. Ho già accennato alla
origine francese dei chiostri vichiani nel mio
Bayle, l’«anima mundi» e Vico
, in
Pierre
Bayle e l’Italia
, a cura di L. Bianchi, Napoli, 1996, pp. 115-116.
17
Vita
,
ibid.
. Sulla componente magico-ermetica del pensiero vichiano ho richia-
mato l’attenzione in un saggio del 1968, che è stato criticato da una gentile collega,
secondo la quale Vico non ebbe nulla a che fare con la «magia demoniaca» (P. Z
AMBEL
-
LI
,
Dalla paura alla parola… , Idee lucreziane in Vico
, in
Vico und die Zeichen / Vico e i
segni, Akten des von der Freien Universität Berlin, der Volkswagen Stiftung und dem
Istituto per gli Studi Filosofici (Neapel) veranstalteten internationalen Kolloquiums
(Berlin, 23.-25. September 1993), a cura di J. Trabant, Tübingen, 1995, p. 207. In real-
tà la magia diabolica non fu estranea alla genesi della
Scienza nuova
, come credo di aver
dimostrato, con l’approccio indiretto, nel mio
Immaginazione
,
primitivismo e magia
nella età di Vico
, in
Immaginazione e conoscenza nel Settecento italiano e francese
, a cura
di S. Verhulst, Milano, 2002, pp. 25-44 (traduzione spagnola di J. M. Sevilla:
Fantasía
y magía diabólica en Vico
, in «Cuadernos sobre Vico» XV-XVI, 2003, pp. 15-27).
18
G. V
ICO
,
Risposta di Giambattista di Vico all’articolo X del tomo VIII del Giornale
de’ letterati d’Italia
[d’ora in poi
Risp. II
], in
Opere filosofiche
, a cura di P. Cristofolini,
Firenze, 1971, p. 153.