DI VICO E DI ALTRI STORICISTI
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come qualcosa di insignificante al fine di dimostrare la fondatezza della
ipotesi. Questa è, riassuntivamente, la seguente.
L’Illuminismo per Sternhel è solo quello «franco-kantiano», con la
singolare assunzione di una definizione che sembra coniugare un movi-
mento culturale complesso fatto di molte cose – dalla cultura filosofica
ai costumi, dalle arti alla politica, a loro volta postulanti, per essere
compresi, oculate distinzioni – con le idee di un pensatore certo molto
grande e tuttavia anch’egli molto complesso a proposito della definizio-
ne di Illuminismo, qui, disinvoltamente individuato grazie ai tagli di
un’accetta e non certo alle sezionatrici divisioni di affilato bisturi, come
richiesto da una così importante età di cultura e di civiltà. Questo Illu-
minismo per Sternhel è la vera condizione della modernità, contro la
quale le reazioni ‘storicistiche’ (o pan-storicistiche, anche qui indivi-
duate assai generosamente quanto a specificazione storiografica) non
sono l’espressione di una contro-rivoluzione. Sono – peggio – una di-
versa rivoluzione poggiata su una diversa idea della modernità. Lo sto-
ricismo, tutto lo storicismo è qualcosa che può essere compreso nella
categoria della «rivoluzione conservatrice», e poco importa se questa
definizione fu (ed è) adoperata per indicare un ambiguo e complesso
movimento socio-politico, che investì, in particolare, il mondo tedesco
nei decenni del primo Novecento e, specialmente, tra le due guerre
mondiali. Contro lo storicismo l’Illuminismo fu l’affermazione dei valo-
ri universali dell’uguaglianza degli uomini, l’apogeo dello Stato cosmo-
politico (se così può dirsi, qualcosa come la consacrazione dell’eticità
dello Stato), insomma il trionfo del giusnaturalismo inteso – lasciamo
perdere le correttezze concettuali – come la difesa della libertà delle
persone in quanto costitutivamente uguali per ragioni ‘naturali’ (senza
stare a distinguere se qui ‘natura’ sia qualcosa di biologico o di spiritua-
le) e senza perder tempo a specificare che cosa significhi ‘persona’ nella
sua lunga storia, rispetto a ‘individuo’. Contro siffatto «Illuminismo
franco-kantiano», lo storicismo è l’affermazione del comunitarismo, del
nazionalismo (o Stato nazionale, meglio nazionalistico), del realismo
nel senso di affermazione della specificità delle singole culture, tra loro
incomunicanti, anche qui senza perder tempo a individuare che cosa
distingue, ad esempio, la morfologia di Spengler rispetto al pluralismo
culturale dello
Historismus
alla Meinecke. Gli eponimi di siffatto stori-
cismo, visti ‘all’ingrosso’ senza alcuna preoccupazione per le
dimensio-
ni
di esso, sono Herder, progenitore consapevole, preceduto da Vico,
progenitore inconsapevole, di tutta l’affollata tradizione da Burke a