FULVIO TESSITORE
66
astorici
per divenire compiutamente
storici
, vale a dire, attraverso lo
strumento metodico e non finalistico del «tipo ideale», astrarre dal-
l’ineffabile infinità della
realtà
quanto consente di selezionare e giudi-
care la
effettività
delle cose come sono accadute. Nel che si configura e
riassume la «storia universale della cultura», che significa la dazione di
senso ai segmenti finiti di una infinità in sé priva di senso.
Un siffatto discorso consente di leggere Vico lontano da ogni forma
di precoce anti-illuminismo e anti-razionalismo. Anziché progenitore
di ipotizzate improprie premonizioni di questo o di quel tema, di que-
sto o di quel classico da Herder a Hegel, da Kant a Croce, Vico fu, nella
sua età e con la cultura della sua età, il fondatore, uno dei grandi fon-
datori della moderna conoscenza storica, tenuta a coniugare senso
comune e ragione, verisimile e verità (
vis veri
) utilizzando il dualismo
platonico (e non platonistico) della dialettica tra le idee singole e il
Sommo Bene, contro – questo sì – una riduzione matematicistica (ed
astratta) del mondo delle «cose civili», le quali, al contrario, sono rego-
late dalla «Provvedenza», che è il metro della «teologia civile ragiona-
ta» secondo la
nuova
«scienza» che «porta seco lo studio della pietà
cosi che» «se non siesi
pio
non si può daddovero essere
saggio
». Vale a
dire la religione dell’amore (=pietas) che sa trovare forza nel pessimi-
smo teologico e morale di Agostino in nome di una ragione da Vico
liberata dall’esigenza di dare sicurezza o al genere umano o al singolo
individuo, perché, se questo fosse il suo compito, toglierebbe senso alla
costante ricerca dell’equiparazione tra uomo e storia, senza mai annul-
lare la loro sperequazione, che impedisce alla storia di dissolversi nel
monismo deterministico e teleologico, a fondamento della teocrazia
anti-illuministica ed anti-storicistica. Vico – contro la filosofia della sto-
ria formale o materiale che sia – sa vedere il significato della teologia
della storia che è l’introspezione del destino degli individui, in imme-
diato rapporto con Dio (
Altro
, supremamente
Altro
), come risposta
agli «incommoda» della vita, né caso né fato.
F
ULVIO
T
ESSITORE
ON VICO AND OTHER HISTORICIST
, ‘
FORERUNNERS
’
OF THE
‘
FRENCH
-
KANTIAN
’
COUNTER
-
ENLIGHTENMENT
.
Moving from a detailed critique of Z. Sternhell,
Les
anti-Lumières. Du XVIIIe siècle à la guerre froide
(Paris 2006), followed by a
briefer review of M. Lenci,
Le metamorfosi dell’anti-illuminismo
(Pisa, 2007),