IN RICORDO DI STEPHAN OTTO
Il 3 giugno di quest’anno è scomparso Stephan Otto, filosofo tede-
sco tra i più originali ed innovativi dal punto di vista speculativo e tra i
più rigorosi e completi conoscitori della storia del pensiero filosofico.
Era nato a Berlino nel 1931 e aveva compiuto studi di filosofia e teolo-
gia a Frankfurt a. M., Roma e München. Anche se Otto aveva iniziato
la sua attività di ricerca con studi e libri sull’età antica e tardo antica
(ricordo qui
Natura und Dispositio. Untersuchungen zum Naturbegriff
Tertullians
, München, 1960;
Die Funktion des Bildbegriffs in der
Theologie des 12. Jahrhunderts
, Münster, 1963;
Gottes Ebenbild in
Geschichtlichkeit
, Paderborn, 1964;
Person und Subsistenz. Die philoso-
phische Anthropologie des Leontios von Bysanz
, München, 1968), le sue
due principali linee d’indagine sono state, da un lato, la
Theorie der
Geistesgeschichte
e, dall’altro, la ripresa, in termini filosoficamente e
concettualmente nuovi, della critica della ragione storica, affidata ai
due densi volumi di
Rekonstruktion der Geschichte
(München, 1982 e
1992). Il primo di questi percorsi è contrassegnato dall’intento – spe-
culativo e storico-ricostruttivo – di fondare una vera e propria teoria
sistematica della
Geistesgeschichte
. A testimonianza di questo intento si
può senz’altro citare il volume del 1979,
Materialien zur Theorie der
Geistesgeschichte
. In questo scritto, attraverso una serie di saggi e di
approcci che si dispongono sul piano diacronico – dai capitoli dedica-
ti alla
Spätantike
, alla Gnosi, a Tertulliano, ad Agostino, a Gioacchino
da Fiore, si passa alla concezione della storia di Francesco Patrizi, alla
interpretazione filosofico-trascendentale di Vico, per finire con saggi su
Ernst Bloch, sulla relazione tra teoria della biografia e critica della
ragione storica, sulla figura concettuale della ragione hegeliana – emer-
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