N
OTE SU
T
RA RELIGIONE E PRUDENZA
.
L
A
FILOSOFIA PRATICA
DI
G
IAMBATTISTA
V
ICO
*
È impossibile, almeno per me, non partire da una preliminare di-
chiarazione, dinanzi a questa nuova, organica e unitaria, raccolta di sag-
gi vichiani di Enrico Nuzzo. Ed è la costatazione che, nella pur impo-
nente letteratura su Vico del secondo Novecento e di questo iniziato
Duemila, pochissimi studiosi del gran filosofo napoletano possono van-
tare una cosl ampia, ubertosa serie di scritti, che attestano una continua
meditazione ed arricchita rimeditazione. Il che suggerisce subito due
osservazioni.
La prima è relativa al metro di lavoro di Nuzzo. Egli predilige le
grandi sintesi non in senso quantitativo-tematico, bensì in quello qua-
litativo-problematico. Egli è impaziente dinanzi ai discorsi che si chiu-
dono nel ‘piccolo’ e ciò però in quanto sa quale rispetto merita il ‘pic-
colo’, l’esperienza individuale che non può non essere osservata nel
faticoso progredire del suo farsi, perché solo dalle sintesi delle ‘picco-
le’ cose (dove l’umano è piu evidente, insistito, invadente, appunto in
quanto finito, fino ad essere micrologico) possono derivare le ‘grandi’
cose, che siano davvero ‘grandi’, ossia capaci di scienza. Voglio dire
che, con avvertita e scaltrita cognizione del significato e modo d’esse-
re della cultura di oggi, Nuzzo sa che la via da percorrere va dal ‘pic-
colo’ al ‘grande’, fino al punto di dire (anche se questa è, probabilmen-
te, una mia convinzione, chi sa se condivisa da lui o fino a qual limite)
che nel ‘piccolo’ si può restare, il ‘piccolo’ può stare senza il ‘grande’,
* I contributi presentati in questa sezione vogliono costituire una riflessione sul
volume di E. Nuzzo,
Tra religione e prudenza. La ‘filosofia pratica’ di Giambattista Vico
,
Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2007. Nelle note il volume sarà siglato con
RP
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