GIUSEPPE CACCIATORE
76
concettuali, etici e politici della modernità, che non mostra cedimenti
alla pigrizia e che anzi annuncia nuove incursioni e rinnovati sondaggi,
viene spontanea alla mente l’immagine di uno spazio domestico e di
lavoro affollato di fermacarte d’ogni forma e natura. Al di là dello
scherzo e fuor di metafora, questo ultimo (ma certo non ultimo) volu-
me vichiano reca impressa la ulteriore testimonianza di un personalis-
simo stile di lavoro di Enrico Nuzzo. Anche quando egli ha pubblicato
monografie, per così dire, compatte, unitarie e non ‘saggistiche, è resta-
to sempre fedele «ai codici di un lavoro scientifico mai concluso», di
un’etica della ricerca che consapevolmente e non manieristicamente si
dispone al confronto continuo con i risultati di nuove indagini e inter-
pretazioni.
La prima considerazione che vorrei fare riguarda il tipo di approc-
cio (che non è solo di questo libro) che caratterizza la lettura e l’appro-
fondimento ermeneutico dei testi vichiani che Nuzzo propone. Dentro
una ineccepibile e solida cornice storico-filologica – che si manifesta
nell’esemplare ed esauriente conoscenza dei testi vichiani, ma anche
nella capacità e nella padronanza di ricognizione e ricostruzione dei
contesti storico-politici, filosofici e scientifici dei secoli, il XVII e il
XVIII, nella cui intersezione si generò e si compì l’attività intellettuale
di Vico – si profila il tentativo, mai astrattamente forzato e men che mai
privo di documentazione testuale, di valorizzare il pensiero vichiano,
specialmente nella sua dimensione pratico-politica, mettendolo in pro-
ficua tensione problematica con alcuni nodi della filosofia pratica con-
temporanea e anche con tematiche che hanno riproposto le classiche
polarità tra normatività e storicità, universalismo e relativismo, identità
e differenze. È il caso, ad esempio, del quinto capitolo (
La filosofia pra-
tica di Vico tra religione e prudenza
), ma anche dei capitoli, il secondo e
il quarto, dove si affrontano i temi della saggezza moderna e del nesso
sapienza/prudenza. Questo tentativo comporta, direi quasi necessaria-
mente, l’adozione di una chiave di lettura, un vero e proprio
Leitfaden
,
che, ad esempio, ritiene di individuare come base della
Scienza nuova
un sapere eminentemente pratico, che si rivela tanto nella sua finalità
propositiva, quanto in quella analitico-descrittiva (pp. 211 sgg.).
Una tale scelta interpretativa comporta anche la plausibilità di un’al-
tra opzione di fondo, anch’essa ermeneuticamente determinata, e cioè
il convincimento che Vico – anche con i suoi arcaismi e con il suo radi-
camento dentro modelli della tradizione metafisica neoplatonica e ago-
stiniana – appartenga pienamente ad alcuni processi di modernizzazio-
1...,66,67,68,69,70,71,72,73,74,75 77,78,79,80,81,82,83,84,85,86,...220