NOTE SU
TRA RELIGIONE E PRUDENZA
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ne, secolarizzazione e razionalizzazione del processo di incivilimento
delle nazioni. È proprio questa lettura ‘forte’ che consente, ad esempio,
di riattualizzare la concezione che Vico ha della religione, uscendo dal-
l’obsoleto schema ‘provvidenza
versus
storicità’ o dalla secca contrap-
posizione ‘trascendenza/immanenza’, puntando, piuttosto, sulla conci-
liabilità, innanzitutto filosofica ma anche storico-politica, tra un pensie-
ro a forte impronta civile e pratica e una idea di sempre possibile rea-
lizzazione del disegno provvidenzialistico di una sistematica architetto-
nica del «mondo delle nazioni», e, con essa, di una generale rappresen-
tazione del potere politico e statuale come luogo istituzionalmente
demandato alla salvezza ‘civile’ delle anime. Insomma, una idea della
religione come vera e propria «fondazione metapolitica dell’obbligazio-
ne (sociale, giuridica, politica, etc.)» (p. 214).
A partire da questo cruciale passaggio ermeneutico, il contributo
importante e originale dato da Nuzzo alla letteratura critica vichiana
dell’ultimo trentennio si concentra su una ipotesi concettualmente me-
ditata e filologicamente documentata (alla quale, sia pur per approcci
testuali differenziati e più o meno accentuate sfumature interpretative,
anche io ho dato qualche modesto contributo): il superamento di una
ormai insostenibile contrapposizione tra una dimensione quasi esclusi-
vamente prassistica e socio-antropologica della filosofia vichiana e una
dimensione che privilegia il profilo metafisico-religioso e speculativo
(ma anche il sincero cristianesimo professato dal filosofo napoletano).
L’insieme dei saggi raccolti in questo volume elabora, piuttosto, un
quadro articolato di analisi testuali e di proposte interpretative tese a
mostrare come il fondamento ‘pratico’ della ricerca vichiana non con-
traddice affatto il riferimento costitutivo ai principi della metafisica e
della religione. Si comprende, allora, come Vico possa, in tal modo, co-
stituire uno dei punti essenziali di riferimento della maniera in cui un
concetto politico come quello di
prudenza
si commisuri alla permanen-
za del sacro come fondamento metapolitico del potere. È questo tra l’al-
tro l’argomento che viene trattato nel quarto capitolo:
Prima della ‘pru-
denza moderna’. Giuramento sacro e fondamento metapolitico del potere
in Vico
. Qui emerge con forza – secondo Nuzzo – la centralità della
meditazione vichiana sul sacro che si pone, insieme a quello antropolo-
gico, quale fondamento «metafisico della vita sociale umana» (p. 150).
E, tuttavia, il tema che più degli altri ritorna, quasi in un movimen-
to a spirale che si ingrossa continuamente arricchito dai contenuti del-
l’analisi, è ancora una volta quello della «vocazione pratica, civile» della
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