MAURIZIO MARTIRANO
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di Tessitore e di Cacciatore, vale a dire gli autori che, proprio insieme
con Nuzzo, hanno maggiormente riflettuto e dibattuto intorno all’im-
magine di Vico introdotta nella cultura italiana da Pietro Piovani.
Sarebbe sufficiente su questo punto ricordare i lavori su
Vico, lo storici-
smo, gli storicismi
e su
Gli studi vichiani di Pietro Piovani
(entrambi
editi nel volume
Tra ordine della storia e storicità. Saggi sui saperi della
storia in Vico
) per mostrare come uno dei nuclei teorici dai quali muove
l’analisi di Nuzzo sia proprio il rapporto istituto da Piovani tra «natu-
ra-storia» e «natura-uomo», sviluppato secondo la questione della co-
struzione di una «filosofia senza natura» (che significa l’assoluta opzio-
ne vichiana per il mondo umano), così come le relazioni «corpo» e
«mente», che concernono più specificamente il problema del ruolo
della metafisica in Vico. Pur assumendone la prospettiva ermeneutica,
Nuzzo, tuttavia, non si è sottratto al compito di discutere criticamente
alcune posizioni tipiche dell’interpretazione piovaniana, come fa, ad
esempio, quando sostiene che la «logica» che sorregge la concettualiz-
zazione vichiana, che definisce come una logica della «contrazione»,
della «compenetrazione» tra la dimensione ideale della «mente» e quel-
la naturale del «corpo», tra il «vero» e il «certo», non è sufficiente ad
eliminare l’originario nocciolo di platonismo al quale il filosofo napole-
tano resta pur sempre legato, e alla cui eredità «possono essere priori-
tariamente ascritti i caratteri dell’‘ontologismo’, del ‘dualismo’ perfino
del ‘finalismo’, che restano a connotare insieme, e non come meri resi-
dui marginali, la costruzione teorica vichiana»
1
. Ed è proprio nell’ac-
quisizione della dimensione delle modalità del certo che quegli elemen-
ti vengono profondamente trasformati compenetrandosi, al di là della
fissità di coppie concettuali destinate a rimanere opposte quali mente-
corpo, sapienti-volgo, nei termini di una concettualizzazione intrinse-
camente ossimorica. La mente umana, quindi, si manifesta nella storia
«sulla base di un disegno più alto che procede dal di fuori della storia,
pur se opera soltanto con mezzi interni alla storia, mediante l’agire sol-
tanto di ‘cause seconde’, in ultimo della stessa potenza di vero, la
vis
veri
, della natura umana ‘occasionata’ dalle altre cause del mondo natu-
rale e poi soprattutto dallo stesso interagire delle produzioni storiche
dell’umanità»
2
.
1
E. N
UZZO
,
Vico, lo storicismo, gli storicismi
, in I
D
.,
Tra ordine della storia e storici-
tà. Saggi sui saperi della storia in Vico
, Roma, 2001, p. 28. Il volume è stato recensito da
Giuseppe Cacciatore in questo «Bollettino» XXV (2005), pp. 185-191.
2
Ivi, p. 30.
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