LAURA MOSCATI
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modello francese siano soltanto formali, frutto di un’elaborazione irrea-
le poco consona alle necessità del popolo napoletano. Bisogna, infatti,
leggere il suo progetto anche alla luce dell’intensa opera legislativa che
ne è alla base e che lo porta ad affrontare importanti riforme in mate-
ria di fedecommessi, di feudi e di processo civile. L’A. mette pienamen-
te in luce il contributo offerto da Pagano e l’importanza della sua opera
costituzionale nel contesto del più ampio pensiero dell’autore.
Quanto a Romagnosi, l’interesse del giurista, espresso nei due volu-
mi
Della monarchia rappresentativa
, è per una monarchia costituzionale
rappresentativa su modello napoleonico. Si tratta di un testo teorico, più
conosciuto di quello di Pagano, in cui emerge un grande sforzo sistema-
tico, con un’impostazione che risulta analoga a quella dell’intera opera
dell’autore. Romagnosi non riconosce il principio del sistema elettivo
dei rappresentanti, anche se a suffragio ristretto, e prevede un’élite sen-
za interessi all’interno del Parlamento. Una rappresentanza, quindi, non
espressa attraverso il voto, ma basata sulla scelta del sovrano o conse-
guente a una posizione ricoperta. Il Libro IV sulle elezioni è chiarifica-
tore del suo pensiero. Secondo la tradizione medievale, Romagnosi pre-
vede un sistema di liste con sorteggio che presenta caratteristiche auto-
referenziali e non rappresentative. Il suo pensiero non avrà molta fortu-
na tra i fautori della monarchia rappresentativa elettiva, anche se ristret-
ta, che tanta parte avrà nel costituzionalismo ottocentesco.
Per Romagnosi, la monarchia deve essere limitata (parla di reggen-
te e non di re) attraverso un sistema di garanzie e di controlli con lo sco-
po di temperare l’autorità regia. È necessario limitare e temperare
anche il potere legislativo che non ha iniziativa propria, demandata, su
modello napoleonico, al Consiglio di Stato che fa le leggi ed è compo-
sto di tecnici nominati dall’esecutivo. I rappresentanti dei tre corpi
(dotti, possidenti, militari), che costituiscono il potere legislativo, in
realtà non fanno le leggi, perché la loro funzione, secondo Romagnosi,
deve essere quella di rappresentare le esigenze della popolazione.
Un’
élite
, quindi, che opera per la felicità del popolo senza approfittare
della propria posizione, attraverso un sistema di tutela del cittadino e
dei suoi rappresentanti.
Anche in Romagnosi, come sottolinea efficacemente l’A., è chiaro il
senso dell’accrescimento della posizione dell’élite attraverso l’istruzio-
ne, con un’idea di vita civile come partecipazione alla vita della socie-
tà. Si tratta di una preoccupazione di derivazione illuministica, presen-
te sia in Pagano sia in Romagnosi, per elevare le classi più basse attra-
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