NOTE SU
FILOSOFIA E POLITICA NEL PENSIERO ITALIANO
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verso un garantismo che deve arginare gli interessi particolari: un ga-
rantismo sia personale dei cittadini sia dei poteri costituzionali, che si
attua attraverso un sistema di controllo costituzionale. Il protettorato
romagnosiano, come l’eforato di Pagano, con dotti nominati dal Go-
verno a garanzia della costituzione e della sostanza delle leggi, ricorda
la funzione degli anziani nella Costituzione francese del 1795.
Anche Romagnosi presenta una grande apertura europea. La teoria
dell’incivilimento non riguarda, infatti, i singoli stati nazionali, ma è
sovranazionale con il fine della convivenza civile europea: non conta
tanto il sistema elettivo quanto l’obiettivo del livello culturale dei rap-
presentanti e il fatto che abbiano una coscienza civile. Si tratta, in effet-
ti, di una fiducia generale nell’incivilimento dei popoli e nel progresso
attraverso l’istruzione che nella seconda metà dell’Ottocento sarà affi-
data alla scienza: un filone laico e non cattolico che si attesta dopo
l’unificazione del Paese per l’istruzione delle masse.
Romagnosi propone una monarchia temperata a livello europeo con
garanzie, con una costituzione «nazionale» rappresentativa sulla base
del sistema napoleonico. Secondo l’A. il principio di nazione, che
Federico Patetta diceva solo adombrato da Romagnosi, è forse più
approfondito. L’opera di Romagnosi era stata, infatti, ripubblicata nel
1937 a cura di Patetta con un’introduzione di Guido Astuti, in un clima
politico-culturale che ne recepiva alcuni aspetti specifici.
In linea generale, Romagnosi è contrario alle leggi fondamentali, ma
è a favore di una scienza di principi, valida per tutti i paesi civili euro-
pei, in un’omogeneità di contenuti. Per queste ragioni, egli non fa un
progetto di leggi, ma sviluppa una serie di principi che deve ispirare le
diverse nazioni. Quest’opera, rispetto all’ampia produzione del giurista
lombardo, non ebbe grande fortuna perché fu superata dalle costitu-
zioni degli anni venti elettive a suffragio ristretto. Il complesso edificio
giuspubblicistico di Romagnosi è, infatti, incompatibile con il nuovo
assetto dello Stato successivo alla Rivoluzione francese e sembra piut-
tosto voler calare in uno schema settecentesco le aspirazioni e i temi
ideali del nuovo pensiero ottocentesco.
I due progetti costituzionali ebbero una diversa fortuna. I principa-
li punti di forza delle opere di Pagano e di Romagnosi, il controllo
costituzionale e l’incivilimento, ebbero un largo seguito nell’Ottocento.
Il pensiero di Pagano, anche se inizialmente entra in crisi, è ben presto
recuperato perché risponde meglio alle aspettative dei rivoluzionari del
1848 (come nel caso della costituzione repubblicana romana del 1849