LAURA MOSCATI
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e in particolare della funzione dell’Assemblea) e fa sì che la sua fama
resista meglio al vaglio del tempo.
L’opera di Romagnosi, invece, non ha grande fortuna perché troppo
teorica e a favore di un sistema rappresentativo non elettivo che non sarà
accolto dai liberali dell’Ottocento. Soprattutto non è apprezzata la forte
influenza del sistema napoleonico, lo stesso della Repubblica Italiana del
1802, in un periodo in cui si vagliano criticamente i suoi effetti.
Siamo, dunque, grati a Carla De Pascale per averci offerto una ‘rilet-
tura’ di contributi primari per il costituzionalismo sette e ottocentesco
e per averci permesso di approfondire quel «passaggio del testimone»
su cui si basa gran parte del volume e che apre nuove prospettive per
comprenderne la difficile e alterna eredità.
L
AURA
M
OSCATI
***
Studiosa esperta della cultura filosofica e politica tedesca tra Sette-
cento e Ottocento, Carla De Pascale con questo studio ritorna a temi del
pensiero italiano di fine secolo XVIII mai dismessi e coerenti con i suoi
interessi, perché sostenuti dall’intenzione teorico-storiografica di
mostrare la capacità dell’Illuminismo italiano di interagire con la cultu-
ra europea del tempo. C’è nel pensiero italiano e in quello meridionale,
in particolare, un nuovo ideale di
ragione
commisurata ai fatti, un’ener-
gica rivalutazione del nesso di
vita
e
azione
che alimenta la riflessione
sulla dimensione sociale dell’uomo. La ragione illuministica non vuole
essere una
ratio
geometrizzante, decisa a costruire tutto secondo disegni
chiari e distinti, giacché tende, contro le manifeste o camuffate neo-
metafisiche d’ispirazione cartesiana, a confrontarsi con il problema del
‘senso’ e della ‘misura’ dei fatti che caratterizza alcune rappresentative
tendenze dell’Europa dei Lumi, da Bayle agli Enciclopedisti.
Tra i selezionati motivi d’interesse comuni a Pagano e a Romagnosi,
la De Pascale non manca di rilevare il fattore per così dire ‘dinastico’,
il condizionamento, cioè, della dominazione straniera (prima spagnola
e poi austriaca), quale contrassegno dominante l’illuminismo in Pagano
nel Regno di Napoli al tempo della sollevazione antiborbonica e in
Romagnosi nella Repubblica cisalpina tra l’età napoleonica e gli inizi
della Restaurazione. E, in tale contesto, al di là dei problemi di uno stu-
dio comparativo, le riflessioni di Pagano e Romagnosi si sintonizzano