dei tempi antichissimi confluite nel linguaggio che consente di costrui-
re un etimologico universale, presente nel
Diritto universale
e nelle
Scienze nuove
. Da qui anche la tematica vichiana dei «bestioni», ricava-
bile dagli storici antichi (Tacito) e dai poeti-filosofi (Lucrezio) epicurei
letti anche attraverso Gassendi, per seguire la «evolución del ‘microco-
smos’ al ‘macrocosmos’» dello
ius gentium
quale diritto pubblico inter-
nazionale, secondo la lezione del de Vitoria che precede quella di Vico
e che Navarro riesamina comparandola con Wolff e la sua «más prácti-
ca y concreta e su sistemática»
47
. Questi ‘ricorsi’ a temi e pensatori non
sempre direttamente attinenti all’età del Vico hanno la funzione di illu-
minare l’attenzione su motivi essenziali dell’interpretazione di Navarro
che a proposito dell’interesse «sistematico» in Vico, ritorna a trattare
della distinzione e intersezioni di polarità fondamentali: «Providencia y
libre albedrío, derecho natural inmutable y derecho positivo, derecho
natural y derecho de gentes, razón y autoridad preconizada por Vico,
la clave del factor que supone tanto la distinción como la intersección
de ambos elementos venga dada por las respectivas locuciones». Qui è
significativo il riferimento a una nota del
De constantia
in cui si defini-
sce il senso di una
filosofia
che attende «unicamente» ai dettami della
ragione e, insieme, sa convertirsi in una
filologia
la quale, attenendosi
principalmente all’autorità, senza escludere la ragione, la rende, invece,
partecipe di un’«integrazione superiore», per cui la «filosofia propor-
ciona los estratos arquelógicos en los que se incardinan los hallazgos
filológicos, dando con ello cohesión al conjunto»
48
. L’antico «sustrato
filológico» ritorna contro ogni razionalismo giusnaturalistico, astratto e
aprioristico, nato all’origine delle dottrine senza richiedere solo le cose
ma le lingue, testimonianza dei grandi processi di civilizzazione della
vita sociale e politica. Una filologia non come mera erudizione antiqua-
ria, ma studio del linguaggio che contribuisce a far capire con Grozio i
diritti plurali delle genti in riferimento all’universale, giacché tocca l’in-
tero genere umano ma differisce per l’incidenza dei fattori dinamici (lo
ius violentiae
) della storia umana. Questa integrazione pone e risolve
una questione al centro delle conclusive considerazioni su «naturaleza
humana e historia» che impongono il ritorno critico alle tesi di un
Suarez assimilato e trasformato da Vico anche alla luce del suo Grozio
e della sua distinzione tra «un ius gentium naturale y un ius gentium
FABRIZIO LOMONACO
100
47
Ivi, pp. 245, 246.
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Ivi, pp. 247, 248.
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