rio e secondario, tra diritto originario e positivo. Non solo, ma questo
diritto naturale delle genti si apre costitutivamente alle relazioni inter-
statali, istituendo la forma universale dei popoli nella forma di un sape-
re dei fatti senza primati speculativi, di un sapere della condizione
umana che trova il senso in essa e lo sa esprimere in una lingua comu-
ne alle nazioni storicamente regolate da una giurisprudenza del genere
umano che è una delle facce della nuova «storia ideale eterna» propo-
sta dalla
Scienza nuova
nel 1725
54
.
Per tutto ciò mi sembrano condivisibili le osservazioni finali del
Navarro, perché nella riformulazione delle sue tesi principali il
Diritto
universale
che ne vien fuori non appartiene a un momento di mediazio-
ne né di preparazione alle
Scienze nuove
. È, invece, un’opera compiuta,
assai rappresentativa, nei suoi limiti e nelle sue proposte, della formazio-
ne giuridica del Vico. Né – occorre ancora aggiungere – uno scritto da
scindere in una parte speculativa e in una zona storico-filologica con un
primato della prima, quasi a sostegno di una tesi ben nota di matrice
idealistica e preidealistica che l’unica possibile relazione speculativa sia
quella tra il
De uno
e la
Scienza nuova
del 1725. In mezzo c’è il
De con-
stantia
, c’è da capire il senso della prevalente via d’accesso alla storia, c’è
la questione – ancora tutta da studiare – delle relazioni con lo stesso
De
uno
alla luce del significato del
filologico
inverato nel
filosofico
e via d’ac-
cesso a una nuova storia e teoria dell’umano. E tutto ciò perché, dice
bene Navarro, non si tratta di «una construcción no meramente teoréti-
ca y especulativa» ma di preparare una «guía de acción y norma de con-
ducta para gobernantes». Perciò, al di là di tante inadeguate definizioni,
il diritto naturale in Vico è autentico diritto, in grado di conoscere l’evo-
luzione del suo oggetto e di rivelarne insieme «los ciclos perpetuos» dei
processi storici dell’umanità. Da questo punto di vista l’esigenza siste-
matica, condivisa con altre esperienze culturali del proprio tempo, si
riveste di una forma originalissima di «filosofia jurídica» che «se mue-
stra como original y decididamente propio». E la ‘proprietà’ sta in quel-
l’originale processo che dalla equità naturale conduce al civile, contras-
segnando l’evoluzione storica dell’uomo-individuo e dell’umanità per
«modular la rigidez e invariabilidad del derecho natural de gentes
(razón) con la equidad que emana del derecho civil»
55
. Il che comporta
il riconoscimento nel Vico del
Diritto universale
di un «iusnaturalismo
SULLA TRADUZIONE SPAGNOLA DEL
DIRITTO UNIVERSALE
103
54
La razón
, pp. 289-291.
55
Ivi, pp. 293, 294, 296.
1...,93,94,95,96,97,98,99,100,101,102 104,105,106,107,108,109,110,111,112,113,...152