rente oggettivo né la fisica né la metafisica, è cosa che illustri studiosi già ave-
vano messo al centro della ricostruzione del pensiero del filosofo napoletano
8
.
È questo il caso di Piovani e del suo convincimento che la
filosofia
senza natura
di Vico è una delle più moderne critiche al sostanzialismo,
una vera e consapevole filosofia
non-metafisica
, ma anche
a-fisica
, il che
non significa certo mancanza di interesse per il mondo dei principi
ontologici o per i contenuti della scienza, sia pur considerati dentro una
prospettiva volutamente arcaicistica.
La
nuova scienza
diviene […] autonoma scienza del
facere
umano libero e
autocostituentesi senza riferimenti esterni (nella fisica e nella metafisica) al
proprio fare. L’oggetto della
nuova scienza
è allora non il
cosmo
ma l’
universo
civile
9
.
Come giustamente osserva Gessa, Piovani individua in questi passag-
gi le fondanti premesse di una filosofia della cultura che prende progres-
sivamente il posto di ogni filosofia della natura e della sovranatura. La
prospettiva interpretativa di Piovani, proprio alla luce dell’istanza anti-
metafisica e antisostanzialistica, guarda con maggiore attenzione e simpa-
tia al Vico filosofo dell’ordine civile e dell’autorità, ma anche al Vico fon-
datore delle scienze umane e, innanzitutto, della storia e della filologia.
Negli ultimi anni Gessa ha continuato a mantenere aperti con i testi
e le teorie filosofiche vichiane fecondi e serrati confronti, in cui si fa
strada un ulteriore momento di riflessione critica che si volge ora più
da vicino ai problemi della memoria e dell’immaginazione. È grazie alla
memoria delle origini, ad esempio, che il sapere poetico è in grado
recuperare quei caratteri di sensibilità dei corpi umani che una ragione
calcolante ed astratta ha confinato nel passionale e nell’irrazionale. Ed
è grazie all’immaginazione che si attiva una facoltà come l’immagina-
zione che è a un tempo mentale e cognitiva, ma anche fisica e sensibi-
le, singolare e comune. Ma quali sono a questo punto i caratteri che,
anche a partire da Vico e ancor di più dopo Vico, si possono attribuire
alla facoltà di immaginare? Il primo di essi è certamente quello di esse-
re, malgrado le smentite del senso comune volgare, al centro della
facoltà conoscitiva degli umani, giacché in essa si concentra – come si
è detto – l’elemento fisico-sensibile e quello mentale, dalla cui interre-
GIUSEPPE CACCIATORE
12
8
Ivi, p. 163.
9
Ivi, p.164.