nessi tra i principi, per così dire, ‘metafi-
sici’ e teoretico-gnoseologici della filoso-
fia di Vico e la sua concezione della sto-
ria, della genesi del mondo umano e delle
sue radici così poetiche e fantastiche,
come antropologiche e sociali» (p. 154).
In Agostino Vico ritrova, infatti, i motivi
ispiratori della sua riflessione sulla grazia
e il libero arbitrio decisivi alla convergen-
za, nella storicamente determinata distin-
zione dei principi, del diritto naturale
delle genti con la morale cristiana. In par-
ticolare, in Vico come in Agostino, la sto-
ria e la giurisprudenza romana manifesta-
no in modo esemplare la matrice religio-
sa dell’ordinamento civile e il disegno
provvidenziale per l’uomo. In Vico, però,
la dimensione filosofica della sua nuova
scienza della storia, pure aperta alla rifles-
sione critica della ‘teologia civile ragiona-
ta’, solleva nuovi interrogativi e offre
nuove soluzioni al nesso tra «verità, tem-
poralità e attualità» della filosofia della
storia cristiana. Infatti, la ricostruzione
genetica degli autonomi processi dell’in-
civilimento umano, guidato dalla comune
natura delle nazioni, è animato «dalla
ricerca di un principio unitario di com-
prensione della realtà umana che è dato
dalla corrispondenza tra strutture delle
mente e il farsi della realtà, tra il pensiero
e l’autonomo
facere
dell’uomo e delle
nazioni, quand’anche governato dal dise-
gno della Provvidenza» (p. 155).
[R. M]
2. C
AMPAGNOLA
Francesco,
At the Out-
skirt of Modernity. A Brief History of Giam-
battista Vico’s Reception in Japan
, «Intel-
lectual News» XVI (2010), pp. 179-190.
Al tema della recezione del pensiero
di Vico in Giappone l’A. aveva già dedi-
cato un breve intervento apparso su
«Belfagor» nel 2007 (cfr. la scheda in
questo «Bollettino» XXXVIII, 2008, 2),
incentrato specificamente sulle traduzio-
ni giapponesi di testi vichiani. In questo
articolo (una cui redazione più sintetica
ma al tempo stesso più ricca di rimandi
bibliografici, figura nel volume 2009-
2010 dei «Quadernos sobre Vico»)
riprende l’argomento in una prospettiva
più ampia, con l’intento di mostrare
«how Vico’s philosophy arrived in Japan,
and how its role has changed through
decades, together with the mutations in
self-perception and in the idea of the
‘other’» (p. 179), ricercando gli aspetti di
continuità e le peculiarità proprie dell’ap-
proccio degli studiosi nipponici al pensie-
ro di Vico, che individua nella ricerca di
un’alternativa al pensiero analitico di
matrice cartesiana in direzione di un
paradigma più inclusivo, ma sottolinean-
do anche i legami fra la loro opera e il
contesto internazionale degli studi vichia-
ni, rafforzati negli ultimi decenni dallo
sviluppo delle relazioni in particolare con
le università americane.
L’A. distingue tre fasi della storia del-
la fortuna di Vico in Giappone, secondo
una periodizzazione analoga a quella deli-
neata da Toshiaki Kimae (
The history of
Vico’s reception in Japan
, in
Vico e
l’Oriente: Cina, Giappone, Corea
, a cura
di D. Armando, F. Masini, M. Sanna,
Roma, 2008, pp. 151-161). La prima fase
prende le mosse, alla fine degli anni ’20
del secolo scorso, dagli sudi in chiave
antindividualista di Tetsuro Watsuji e da
quelli dell’intellettuale marxista Gorô
Hani, e conduce ai lavori, i primi sistema-
ticamente dedicati a Vico, di Iwai Aoki il
quale, fra il 1932 e il 1938, dà alle stampe
prima una traduzione della crociana
Filosofia di Giambattista Vico
, poi una
serie di saggi su Vico, Croce e Gentile
intesi quali interpreti filosofici dell’identi-
tà nazionale italiana. Anche alla luce delle
AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
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