lazione trae origini un mondo di raffigurazioni che l’esperienza consente
di trasferire da un contesto, per così dire, oggettivo ad una dimensione
intersoggettiva. Nel ragionamento di Gessa si fa strada un ormai abitua-
le procedimento di contaminazione. Questa volta l’idea vichiana di
immaginazione potrebbe costituire un plausibile apripista per le conce-
zioni antifunzionaliste della mente e per la determinazione di un essen-
ziale valore conoscitivo da attribuire alle qualità soggettive, ai
qualia
.
Attraverso l’esposizione del concetto di sapere poetico, la
Scienza nuova
di
Giambattista Vico metteva in gioco categorie filosofiche diverse da quelle
dominanti tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento. Nella sua concet-
tualizzazione, il sapere a cui la poesia permette di accedere non si costituisce
attraverso l’attività attenta e pura. La mente che conosce poeticamente utiliz-
za per Vico facoltà fisiche e specificamente individuali per esercitare una facol-
tà conoscitiva che non è speculativa, ma creativa e pratica. Ad essere in opera
in tale forma di conoscenza è l’immaginazione, interpretata come capacità
eminentemente cognitiva
10
.
Anche il tema dell’immaginazione, com’era stato per gli universali
fantastici, viene da Gessa strettamente connesso alla teoria vichiana del
senso comune, a quella forma di giudizio che, pur irriflessa, appartiene
all’intero genere umano e, per questo, è capace di «trasportare da un
ambito a un altro dell’esperienza la raffigurazione immaginata con la
memoria-fantasia-ingegno
»
11
.
Quanto importante sia stato Vico nella traiettoria speculativa di
Gessa è testimoniato dal fatto che con il filosofo della
Scienza nuova
si
chiude uno dei suoi libri, al quale teneva molto e che per lei rappresen-
tava una impegnativa sintesi delle sua prospettiva etica. In
Etica
, infat-
ti, l’accento viene posto ancora una volta sul problema filosofico cen-
trale di Vico – problema che era divenuto suo, sia pur trasfigurato e
riformulato nel linguaggio filosofico della contemporaneità – , «quello
di definire l’artificio creativo umano».
Per questo, se Vico fosse vissuto oggi si sarebbe occupato, secondo Arendt, di
tecnica. Ma per questo, per il fatto che il suo problema filosofico era quello di
definire l’
artificio
, la
creatività umana
, la sua filosofia è per noi oggi rilevante,
IN RICORDO DI VANNA GESSA KUROTSCHKA
13
10
Ivi, p. 192.
11
Ivi, p. 197.
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