mitivo» e l’invito a considerare l’uomo
qual è senza astratte ‘sovrastrutture’. E
ciò viene da pensare anche avvicinando
Vico a Marx e alla grande tradizione della
cultura occidentale (p. 323) cui si affian-
cano, infine, con audaci intuizioni storio-
grafiche, le riflessioni antipositivistiche
sulla «tópica sensível» di Roland Barthes
(p. 324). Certo si tratta di osservazioni
stimolanti che hanno il sapore di sugge-
stioni personalissime di letture; si sforza-
no di indicare oggi possibili aperture sul
problema Vico, ma non possono rispon-
dere al tema che la sezione finale propo-
ne, trattando di «percursos e influências»
(p. 323).
[F. L.]
13. I
ACONO
Alfonso M.,
L’illusione e il so-
stituto. Riprodurre, imitare, rappresentare
,
Bruno Mondatori, Milano, 2010, pp. 194.
Questo libro accoglie il concetto vi-
chiano di
verosimile
all’interno di un’am-
pia disamina delle diverse declinazioni
della
mimesis
.
Lungo un percorso articolato e polie-
drico, la rappresentazione viene letta nel-
la sua valenza di sostituto, di copia, di
imitazione, con una particolare attenzio-
ne per lo spazio che sempre si crea tra il
modello e la copia, tra la rappresentazio-
ne e la realtà rappresentata, spazio carat-
terizzato non soltanto dalla somiglianza
ma anche dalla differenza; spazio nuovo,
anche, ‘mondo intermedio’ che nasce da
un atto creativo, non di rado però con-
dannato alla definizione di illusione,
inganno, falso. È la condanna platonica,
ed è, sul piano della ridefinizione della
ragione moderna, la condanna di
Descartes. Proprio l’assimilazione carte-
siana del verosimile al falso costituisce,
com’è noto, l’obiettivo polemico di Vico,
il quale compie invece operazione tutta
diversa. Riconoscendo infatti al verosimi-
le il suo essere ‘intermedio tra il vero e il
falso’, collegandolo al senso comune,
Vico ne recupera la particolare prossimi-
tà al vero; in tal modo ci si può interroga-
re sulla verità di ciò che ‘è creduto vero’,
dandovi dignità epistemologica. Quella
del senso comune è certo una verità ‘sog-
gettiva’, ma condivisa, che dunque porta
con sé il punto di vista dell’altro; e il rap-
porto, il confronto con l’altro, costringe a
ridefinire il rapporto tra realtà e verità,
conducendo ad una prospettiva ‘interna’
della verità, non oggettivante.
[M. R.]
14. L
ONG
Andy – S
TRONG
Tom
, Social
Constructionism Sources and Stirrings in
Theory and Practice
, Cambridge, Cam-
bridge U. P., 2010, pp. 402.
Fonti e spunti del «costruzionismo
sociale» – ossia l’idea che «noi siamo
esseri umani costruiti mediante l’essen-
ziale immersione in un mondo esperen-
ziale condiviso con altre persone» (p. 5) –
sono il tema di questo ampio studio di
psicologia, che interpella dalla fenomeno-
logia all’ermeneutica, dal marxismo alla
psicologia evoluzionista, da Wittgenstein
a Bateson a Foucault ai teorici contempo-
ranei, e dedica il proprio capitolo di aper-
tura a Giambattista Vico. Qui (pp. 12-
29), la presentazione del pensiero di Vico
insiste particolarmente – con ampio
ricorso alla lettura di I. Berlin – sul suo
anticartesianesimo e sul carattere storico
della conoscenza e della stessa umanità
dell’uomo e sottolinea l’emersione in
Vico di «una nuova forma di conoscen-
za», che va aggiunta alle «forme tradizio-
nali della conoscenza deduttiva (
a priori
)
ed empirica (
a posteriori
) […], ossia quel-
AVVISATORE BIBLIOGRAFICO
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