RAFFAELE CARBONE
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nostre opinioni non saranno comprese dagli altri [
lorsqu’on n’entrera pas dans
nos opinions
]
2
.
Occorre prendere atto del fatto che, secondo Malebranche, le paro-
le sono segni convenzionali dotati di una forza astrattiva e sintetizzan-
te, in quanto astraggano dalle sfumature e dalle divergenze con cui lo
stato mentale da esse significato si presenta nei diversi individui – e
dalla stessa diversità culturale, linguistica e psicologica degli uomini –
e in quanto capaci di compendiare molteplici nozioni confuse e oscu-
re, relative in particolare ai nostri stati cognitivo-emotivi connessi –
secondo la prospettiva occasionalitsica malebranchiana – a determina-
ti stati corporei. Convinto che tra parole e cose non ci sia un rapporto
necessario
3
, muovendosi in un ambiente intellettuale in cui si pone l’ac-
cento sulla relazione estrinseca tra segno e significato in opposizione al
simbolismo platonizzante del Rinascimento
4
, Malebranche riconosce
inoltre che le parole, almeno quelle più comunemente usate e in parti-
colare quelle che significano stati affettivi dell’anima, cui corrispondo-
no determinati stati corporei
5
, si sono consolidate con il loro stesso uso,
con la consuetudine, in modo tale che la ricorrenza stessa del loro
impiego ce le rende familiari
6
, anche se alla familiarità nell’orizzonte
logico malebranchiano non si accompagnano in genere la chiarezza e la
distinzione. Le parole si sono costituite in seguito ad un processo, attra-
verso una certa durata del loro uso: in breve, si iscrivono in un orizzon-
te storico, diacronico, all’interno del quale il successo dei vocaboli
comunemente utilizzati, la loro ‘normalizzazione’, è legato al fatto che
2
Ibid.
,
OC
II, 223;
Œuvres
, I, p. 571 (tr. it. cit. pp. 534-535). Segnalo che qui come
di seguito ho leggermente modificato la traduzione. Per le citazioni successive, là dove
non sono indicate edizioni italiane delle opere di Malebranche, la traduzione è mia.
3
«Il est évident que des sons ou des paroles n’ont point, & ne peuvent point avoir
naturellement de rapport aux choses qu’elles signifient, quoi qu’en disent le divin
Platon & le mystérieux Pythagore» (I
D
.,
Éclaircissements sur la Recherche de la vérité
,
Éclaircissement VIII
,
OC
III, 92,
Œuvres
, I, p. 866).
4
M. F
OUCAULT
,
Le parole e le cose. Un’archeologia delle scienze umane
[
Les mots et
les choses
, Paris, 1966, pp. 72 sgg.], tr. it. Milano, 1998, pp. 56 sgg. Ne
Il Mondo
Descartes assume il linguaggio come modello di una relazione senza somiglianza soste-
nendo che le parole significano qualcosa soltanto per l’istituzione degli uomini [
Il
Mondo
(
Le Monde
,
Œuvres de Descartes
, publiées par Ch. Adam & P. Tannery, Paris,
vol. XII, I
ère
éd. Paris, 1897-1913, 1964-1974, t. XI, chap. I, p. 4), in I
D
.,
Opere
, 2 voll.
a cura di E. Lojacono, Torino, 1994, vol. I, pp. 397-398).
5
RV
, V, I,
OC
II, 223;
Œuvres
, I, p. 570 (tr. it. cit., p. 533).
6
Cfr.
Éclaircissement XII
,
OC
III, 128-129;
Œuvres
, I, p. 949.
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